Porto Venere: niente programmi Rai, forse una soluzione

L’Amministrazione Comunale di Porto Venere ha ricevuto numerose lamentele da parte di cittadini che, dopo il passaggio al digitale terrestre, non riescono a ricevere i segnali televisivi dei canali Rai nella frazione capoluogo.

Intende pertanto chiarire prima di tutto come non sia compito istituzionale del Comune assicurare i servizi televisivi ai cittadini. Nonostante questo gli uffici si sono adoperati, fin dal mese di agosto 2011, per sensibilizzare la sede Regionale Rai affinché si evitasse il problema prima ancora del suo sorgere. Analoga iniziativa è stata intrapresa, all’inizio del mese di ottobre, presso il Ministero dello Sviluppo – Ispettorato delle comunicazioni di Genova.

Al momento attuale il disservizio permane poiché la Rai non è intenzionata ad installare un ripetitore in grado di coprire la zona del centro storico, invitando i cittadini, dove è possibile, a sintonizzarsi sul segnale proveniente dalla Toscana (Monte Serra). In quel caso si riceverebbero, naturalmente le trasmissioni dedicate a quella regione.

Altra soluzione potrebbe essere quella di utilizzare le trasmissioni satellitari con l’acquisto di un decoder per ogni televisore. In questo caso non sarebbero trascurabili, naturalmente, i costi a carico dei singoli utenti e i problemi legati all’impatto paesaggistico che avrebbero le parabole.

Il Ministero, durante un apposito sopralluogo, ha infine ventilato la possibilità di poter irradiare i segnali utilizzando un canale assegnato alla Rai nonostante le iniziali resistenze dell’Azienda stessa.

Quest’ultima è la soluzione che l’Amministrazione ha ritenuto più idonea a rispondere alle esigenze dei cittadini.

Conseguentemente il Ministero ha recentemente provveduto all’emissione di apposito decreto che permetterà di coprire con il segnale Rai Liguria tutto il territorio fino ad oggi escluso dal servizio. Il tutto dovrebbe avvenire entro la prima decade del mese di febbraio.

Per il bene comune infatti l’Amministrazione Comunale si assumerà responsabilità e competenze non proprie investendo una somma superiore ai diecimila euro.

In questo quadro di difficoltà economiche è comunque un sacrifico che riteniamo importante per assicurare livelli adeguati della qualità della vita.

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