D1 Television chiude la redazione giornalistica

Il 30 giugno 2013 la storica tv catanese D1 Television abbandona le trasmissioni giornalistiche e preannuncia il licenziamento di 12 dipendenti mentre il Ministero non indaga sulle emittenti sospette di mafia.

Di seguito il comunicato dell’emittente:

Di solito le catastrofi non si possono prevedere: uragani, terremoti, maremoti arrivano improvvisamente spazzando tutto, senza pietà e con violenza. Stavolta, però, possiamo dare una data certa per un evento che di sicuro provocherà gravi conseguenze. Il 30 giugno 2013 la nostra emittente televisiva chiuderà la redazione giornalistica, le luci si spegneranno sull’informazione per giornalisti e tecnici sono già scattati i licenziamenti per 12 unità complessive. In questi ultimi mesi abbiamo unito le nostre forze con coraggio, siamo sempre andati avanti, ci siamo battuti ogni giorno per raccontare la verità, e oggi purtroppo raccontiamo la nostra amara verità. Se il circuito D-Network è arrivato sin qui, con l’attivazione di ben 10 canali, di certo lo dobbiamo all’impegno che l’editore e noi tutti abbiamo messo. A qualcuno dobbiamo però dire grazie: e già, grazie dobbiamo dirlo a voi, si a voi che vi fate chiamare politici, on, sen, presidenti, ai sindacati, alle associazioni di categoria. Caro presidente Crocetta, lei che continua la sua rivoluzione, rivoluzione di cosa ? Dovrebbe spiegarcelo non a parole ma con i fatti: i dati sono drastici, le aziende hanno continuato a chiudere e la gente si è suicidata e lei va in giro con il suo camper munito di megafono a dire è arrivato il crocettino, aboliamo le province, riduciamo le spese, tagliamo i fondi…. Non bisogna tagliare ma investire, rilanciare l’economia, le aziende non sono strutture di ferro o cemento ma sono strutture umane: e dietro il successo di un’azienda ci sono le persone, donne uomini e sopra tutto figli, bambini a cui non puoi non dare loro da mangiare, non puoi permetterti di non mandarli a scuola, non puoi non regale un sorriso, non è giusto. Noi abbiamo lottato con tutte le nostre forze; abbiamo urlato, abbiamo chiesto aiuto, abbiamo cercato di farci ascoltare. Ma alla fine nessuno, nonostante proclami e false promesse, ci ha aiutato e così 30 anni della nostra storia verranno buttati nel cestino. Nostra perché ogni singolo dipendente, ogni singolo impiegato in questa bella realtà televisiva è sempre stato trattato come uno di famiglia e dunque la chiusura dell’emittente non è solo un fallimento morale per la famiglia Di Fazio ma una sconfitta per tutti noi. Non vogliamo un conforto ma una semplice constatazione che a volte la politica sa solo promettere ma mai mantenere.

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