Diva Universal presenta: Karen Blixen per la serie “Donne nel mito”

“Certo, riuscire a trasformare le vicende della propria vita in racconti è una gran gioia, forse l’unica felicità assoluta che un essere umano possa trovare su questa terra, ma – cosa inspiegabile per i profani – è nel medesimo tempo una sciagura.”

Queste parole, tratte dal racconto “Secondo Incontro” di Karen Blixen, esprimono perfettamente il conflitto interiore che per tutta la vita ha afflitto la grande scrittrice danese.

Diva Universal (SKY – Canale 128) rende omaggio alla romanziera, saggista, poetessa e giornalista, a 50 anni dalla sua scomparsa (7 settembre 1962), con una puntata di “Donne nel mito”.

L’appuntamento con lo speciale dedicato all’autrice de “La mia Africa” è per sabato 1 settembre alle ore 21:00.

“Donne nel mito” è la serie di brevi pillole prodotte da NBC Universal Global Networks Italia per svelare l’altra parte della storia, quella scritta dalle donne, rivelata dalle sue protagoniste: da Lady Diana a Maria Callas, da Jacqueline Kennedy a Margaret Thatcher. Vite straordinarie ed intense di figure femminili che hanno saputo toccare i cuori e suscitare l’ammirazione del mondo. Un compendio dedicato alle donne di sempre e raccontato con l’eleganza che contraddistingue il Canale.

DONNE NEL MITO – KAREN BLIXEN

Karen Christentze Dinesen, baronessa von Blixen-Finecke, nasce a Rungstedlund, in Danimarca, il 17 aprile 1885. La madre, Ingeborg Westenholz, ha origini alto-borghesi; il padre, Wilhelm Dinesen, discendente da una famiglia di ufficiali, si suicida quando Karen ha solo 10 anni.

Karen è la primogenita della coppia, non frequenta la scuola ma viene educata in casa dalla nonna materna e dalla zia Bess. Dal 1903 al 1906 frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Copenhagen. Nel 1907 debutta come scrittrice con due racconti firmandosi con lo pseudonimo Osceola (in omaggio al nome che il padre si era dato negli anni trascorsi con gli indiani).

A Copenaghen soggiorna spesso presso la ricca cugina Daisy Frijs e frequenta il cugino Hans von Blixen-Finecke, di cui s’innamora perdutamente. Lui è però completamente cieco al fascino di Karen, che a quel punto ripiega  sul fratello gemello Bror, considerato la pecora nera della famiglia. Il 21 Dicembre 1912 annunciano il loro fidanzamento, contro il volere della famiglia di lei.

Nel 1913 decidono d’intraprendere l’avventura africana, vogliono acquistare una piantagione di caffè in Kenya e la famiglia di Karen investe un’ingente somma di denaro nell’impresa. Il 14 gennaio 1914 si sposano.

La prima impressione che Karen ha dell’Africa è travolgente: il cielo stellato tropicale, le montagne, le pianure in cui corrono animali selvatici, i guerrieri Masai.

Con lo scoppio della Prima guerra mondiale Bror è costretto ad abbandonare la piantagione, le attrezzature vengono requisite dagli Inglesi e ben presto la fattoria va in rovina.

Nell’autunno del 1914 Karen si ammala di sifilide, contratta dal marito, ed è quindi costretta a tornare in Danimarca per farsi curare. La malattia per la Blixen diventa un simbolo, glorifica la sua sofferenza come fosse un’onorificenza: per lei la sifilide è il prezzo da pagare per la conquista della nobiltà, sia artistica che sociale.

Nel 1916 Bror la raggiunge in Danimarca per riportarla in Africa ma, malgrado l’ennesimo contributo economico della famiglia di Karen, le cose alla fattoria peggiorano e s’incrinano anche i rapporti tra loro due fino a quando nel 1922 Bror chiede il divorzio.

In quel periodo Karen conosce Denys Finch Hatton, uno dei più noti cacciatori della colonia e affascinante pilota britannico. Fra i due nasce un amore destinato a finire con la tragica morte di lui: nel 1931, Denys precipita con il suo aereo. La Blixen si trova quindi costretta a vendere la fattoria, tornare dalla madre a Rungstedlund e buttarsi a capofitto nella scrittura. La sua fantasia si rivolge al passato, al Romanticismo, al disprezzo per la vita e la morte. Così nascono “Sette storie gotiche”, da molti considerato il suo capolavoro assoluto. Tuttavia la raccolta di racconti non trova un editore in Danimarca e viene invece pubblicato solo nel 1934 in America, con lo pseudonimo di Isak Dinesen, raggiungendo la fama mondiale.

Successivamente Karen lascia Rungstedlund e si trasferisce a Skagen, località balneare danese popolata da artisti interessanti, e inizia la stesura di “La mia Africa”, che viene pubblicato nel 1937. Il libro è un vivido resoconto del lungo soggiorno della scrittrice danese in Africa, dei suoi abitanti, della sua selvaggia natura e dell’appassionata storia d’amore con Finch Hatton.

Scoppia la Seconda guerra mondiale e per Karen l’unico modo di non sentirsi prigioniera è andare a Berlino, dove nel 1940 scrive “Lettere da un paese di guerra”. Due anni dopo viene pubblicato “Racconti d’Inverno” in cui l’argomento principale è la magica interazione tra le forze naturali e la volontà dell’uomo.

Nel 1943, durante l’occupazione tedesca, Karen accoglie presso di sé alcune famiglie ebree e afferma che bisogna essere orgogliosi di essere danesi finché si hanno i tedeschi in giardino e gli ebrei in casa.

Nel 1944 pubblica “I vendicatori angelici” e si reca in America, dove diventa membro onorario della prestigiosa “American Academy of Arts and Letters”.

Nel 1957 pubblica “Ultimi racconti”, pochi mesi dopo “Capricci del destino” e, nello stesso anno, viene candidata al Premio Nobel che purtroppo non vince. La delusione le causa un tormento più profondo di quanto voglia mostrare e le condizioni della sua malattia  si aggravano. Il 7 settembre 1962 muore nella casa di Rungstedlund, che in seguito diventerà una casa museo.

Le sue meravigliose opere verranno celebrate al cinema e in teatro da registi straordinari. Orson Welles nel 1968 porta sul grande schermo “Storia Immortale” tratto da “Capricci del Destino”.

Sydney Pollack nel 1985 realizza “La mia Africa” con Meryl Streep e Robert Redford, film che si aggiudica ben 7 Premi Oscar®.

Ancora oggi Karen Blixen è protagonista nei teatri di tutto il mondo con le trasposizioni delle sue opere.

Lo scrittore danese Hans Homberg nella sua biografia sulla baronessa Blixen scrive: “Karen Blixen possedeva una forza e una volontà uniche, tali da lasciare il segno della propria persona sulla vita, sul mondo”.

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