La Rai guarda al futuro e sperimenta il 3D con "Arlecchino"

La tv in 3D sarà la tv del futuro e la Rai sperimenta nuove tecnologie e contenuti per essere all’altezza di questa sfida: questa mattina sono stati presentati 15 minuti del filmato “Arlecchino 3D”, che mostra in forma tridimensionale lo spettacolo messo in scena al Piccolo Teatro di Milano “Arlecchino servitore di due padroni”, con l’attore Ferruccio Soleri, storico interprete della maschera. Per ora il pubblico non potrà vederlo, ma da aprile scorso in Italia sono in vendita i televisori 3D, e si calcola che nel 2014 saranno 291 milioni gli apparecchi venduti in tutto il mondo, contro i 3,2 di oggi. La Rai sta investendo nelle nuove tecnologie per poter trasmettere in 3D sul digitale terrestre e contemporaneamente investirà nell’acquisto di prodotti in questo formato, dai film alle fiction allo sport, che verranno trasmessi su canali specifici, come già avviene in Usa e Gran Bretagna. Saranno però necessari anche prodotti culturali in questo formato, e l’Arlecchino di Soleri potrebbe essere il primo di una lunga serie: “Nel 1983 la Rai realizzò il primo filmato in alta definizione proprio riprendendo uno spettacolo di Arlecchino, oggi il teatro è protagonista anche di questa sfida del 3D, che si preannuncia straordinaria” ha affermato il presidente della Rai Paolo Garimberti. L’Arlecchino è l’ultima di una serie di produzioni Rai in 3D: nel 2008 fu realizzata una breve fiction, nel 2009 un corto dedicato alla città di Torino e nel 2010 il backstage del Rigoletto andato in onda a Mantova. La scelta di Arlecchino per questo nuovo esperimento l’ha spiegata Luigi Rocchi, direttore delle strategie tecnologiche della Rai: “Oggi sperimentiamo la tecnologia più moderna su uno spettacolo di teatro che è adatto al mercato internazionale perché è basato sul linguaggio universale del corpo. La Rai punterà allo sfruttamento commerciale e alla valorizzazione di questi prodotti, che potranno essere trasmessi su canali culturali come Rai 5”. A riportare all’attualità un tema che sembra legato a scenari futuri ci ha pensato il direttore del Piccolo Teatro di Milano, Sergio Escobar, che ha ricordato: “Questo esperimento dimostra una solidarietà strategica tra spettacolo dal vivo e industria televisiva. Proprio in queste ore in aula si sta discutendo se reintegrare il Fondo Unico dello Spettacolo con il decreto mille proroghe, ma bisogna ricordare che solo investendo in competitività si può uscire dalla crisi e non c’è competitività se non si investe in ricerca e cultura”.

Fonte: Virgilio Notizie

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