Lunedì a “Sfide” i grandi duelli dello sport

«Sfide» racconta i grandi duelli dello sport. E la finale di basket alle Olimpiadi di Monaco ’72 è uno di questi. Un duello enorme, gigantesco, con grandi campioni sul campo e la guerra fredda sullo sfondo. Usa-Urss diventa una partita epocale:  a tre secondi dal fischio finale, gli americani pensano di avere la vittoria in tasca e invece, tra infinite discussioni, saranno proprio i russi ad esultare. a esultare. Le «voci» sono quelle di Tom McMillen, che giocò in Italia, e Jim Forbes, anche lui protagonista di quella storico match. Quando il duello si trasforma anche in confronto umano, facendo emergere caratteri, diversità, stili di vita opposti, quello è il momento di mettersi comodi e godersi il “film”. E non è un caso che da una rivalità come quella tra Niki Lauda e James Hunt, duellanti nel ’76, Ron Howard abbia tratto «Rush», una pellicola di grande successo. Per raccontarvi la vera storia dei due grandi piloti, «Sfide», programma di Simona Ercolani condotto da Alex Zanardi, ha catturato tre protagonisti-chiave di quella vicenda: Ermanno Cuoghi, storico capo meccanico di Lauda e grande amico personale, l’ingegner Mauro Forghieri, il capo del team, il custode supremo della grande storia di Maranello, e Daniele Audetto, che proprio quella stagione sostituì Luca di Montezemolo alla direzione sportiva.

E siamo ancora nel mondo degli opposti quando parliamo di due campioni come il sovieticoSergej Bubka e il francese Thierry Vigneron, straordinari saltatori con l’asta. È il 1984 e tra i due c’è una rivalità aspra e dichiarata, visto che prima dell’avvento di Bubka il campione del mondo era proprio Vigneron.  Si ritrovano al Golden Gala di Roma e non ci mettono molto a restare gli unici duellanti. In una frenetica scalata al “potere” si avvitano sino a 5,81… ma è solo l’inizio. Da lì, in un crescendo emozionante, si arriva al salto mondiale di 5,91: Bubka fallisce, Vigneron lo centra. Ma rimarrà mondiale per pochi minuti, giusto il tempo di guardare il sovietico volare a 5,94 e chiudere la pratica.

E ora torniamo alle Olimpiadi, quelle di Barcellona ’92: c’è in gioco la medaglia d’oro della pallanuoto e «ovviamente» c’è in finale la nostra Nazionale, il Settebello del grande Ct Ratko Rudic. Gli avversari sono gli spagnoli. Peggio non poteva andare. Sono i padroni di casa e hanno un giocatore fenomenale come Estiarte, vero artista delle piscine. È una partita-cardiopalmo, che come per Usa-Urss si risolverà negli ultimi secondi. Scorrete gli annali e scoprirete il vincitore. Parla il grande Estiarte e il pacchetto di mischia dei nostri (allora) ragazzi: SilipoGandolfi e Ferretti. E naturalmente il grande Ratko.

Nei grandi duelli non può mancare il calcio, naturalmente. Il territorio prescelto è di antica polemica, asse Roma-Juve. Siamo negli anni ’80, ma la classifica di queste settimane ci ripropone in vetta proprio le “Due Regine”.  Si partirà, e come non farlo, dal famosissimo gol di Turone annullato a Torino (era regolare) del campionato 80/81, per poi codificare un paradosso: che spesso chi perde tra Roma e Juve, poi vince lo scudetto. Così nell’83 e nell’86. Sergio Brio e Paulo Roberto Falcao giocheranno la partita per noi.

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