A Sfide: Maradona è meglio di Pelè?

Ci sono dilemmi sportivi che si ripetono uguali a se stessi in ogni epoca. Oggi, ci domandiamo chi è più forte, Lionel Messi o Cristiano Ronaldo? Proprio come ci siamo sempre interrogati su chi fosse il più grande di tutti i tempi: Maradona o Pelè? Sappiamo bene come i napoletani abbiano risolto l’arcano in maniera oltremodo assertiva a favore del Pibe de Oro, ma noi di Sfide tenteremo di riposizionare l’asticella del confronto su un terreno di neutralità, perché alla fine possiate stilare, dati e testimonianze alla mano, il vostro personalissimo cartellino.

E del resto, c’è una questione non di poco conto che precede l’obiettivo finale della nostra domanda e cioè la supremazia sportiva dell’uno sull’altro: è possibile mettere a confronto fuoriclasse di epoche così diverse, di un calcio così diverso, di squadre così diverse? Su questo punto, i puristi del calcio rifiutano ogni comparazione, rimandando il parallelo ardito direttamente al mittente.

Per stilare un giudizio finale, entrano in gioco anche fattori esterni al semplice gioco del calcio, ai gol, alle finte, alle serpentine. Entrano in gioco i comportamenti, gli stili di vita, i rapporti personali, tutto ciò che fa di un uomo pubblico un personaggio da amare o detestare. E sotto questo cielo, non si può non sottolineare come Pelè e Maradona abbiano avuto percorsi opposti, l’uno ricordato solo per quel che di straordinario ha fatto in campo, l’altro per quel che di straordinario ha fatto in campo ma anche fuori dal rettangolo verde.

Ma se restiamo alle questioni sportive, che poi è il modo più corretto per giudicare un giocatore, si dovrà rispondere, tutti in coro, un decisissimo «sì» alla domanda-chiave: sono stati in grado di far vincere un Mondiale alla propria Nazionale? I momenti fondamentali sono stati molti, ma se vogliamo condensarli in due immagini straordinarie, come sottrarci al ricordo personale e anche un po’ amaro di quella finale messicana in cui Edson Arantes do Nascimiento sale al quarto piano senza ascensore e infila di testa nella porta azzurra. E parlando di Maradona: vogliamo proprio farne una questione morale di quella «Mano de dios» che Diego graziosamente sostituì alla testa per trafiggere la perfida Albione, portando così in vantaggio l’Argentina? Anche perché nella stessa partita si esibì in uno dei gol più straordinari della storia del calcio, quegli undici tocchi divini senza che gli avversari potessero neppure sfiorarlo.

Di Pelè e di Maradona parleranno in tanti, tutti titolati a farlo, perché compagni di squadra, avversari, tutti regolarmente incantati dalle magie di due campioni irripetibili. Josè Altafini ci racconterà il suo Pelè e con lui Sormani, Rivera, Bertini e Mazzola. Maradona lo racconterà un giocatore intelligente come Valdano e lo rivivranno i cari ragazzi del Napoli, da Bruscolotti a Giordano a De Napoli. E poi Giacomo Murelli, oggi secondo di Pioli al Bologna, che può crogiolarsi in un ricordo orgoglioso: da difensore dell’Avellino è stato la bestia nera del Pibe.

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