Studio Universal ricorda Elizabeth Taylor a un anno dalla scomparsa

Era la diva dagli occhi viola e l’ultima grande attrice dell’epoca d’oro di Hollywood. Il giorno della sua scomparsa (Los Angeles, 23 marzo 2011), tutti i teatri di Broadway hanno abbassato le luci per un minuto in segno di lutto: “Tutta Broadway piange la scomparsa di Elizabeth Taylor, una leggenda della scena, una stella dello schermo”, si dichiarava in un comunicato.

Ad un anno dalla morte, Studio Universal (Premium Gallery sul DTT) la ricorda con una rassegna dei suoi più celebri film, per rivivere l’incantevole grazia di questa grande star che fino alla fine ha dimostrato di essere una vera divina della mecca del cinema, arrivando con 15 minuti di ritardo al suo funerale per sua esplicita richiesta.

L’appuntamento è ogni lunedì alle 21.15 con: Il padre della sposa, Il gigante, La gatta sul tetto che scotta, Chi ha paura di Virginia Woolf?

 

Titoli in ordine di trasmissione:

·           Lunedì 5 marzo alle ore 21.15                 Il padre della sposa (1950) – Regia: V. Mannelli

·           Lunedì 12 marzo alle ore 21.15               Il gigante (1956) – Regia: G. Stevens

·           Lunedì 19 marzo alle ore 21.15               La gatta sul tetto che scotta (1958) – Regia: R. Brooks

·           Lunedì 26 marzo alle ore 21.15               Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) – Regia: M. Nichols

 

Elizabeth Taylor:

Appassionata, eccentrica, amante dei gioielli e del lusso, Liz Taylor nasce in Inghilterra da genitori americani. Tornata negli Stati Uniti a sette anni, viene notata per il suo splendido viso dagli occhi viola e scelta come protagonista di un cortometraggio a soli dieci anni. Bambina prodigio, nel 1943 la Taylor ottiene il ruolo di protagonista nel film “Torna a casa, Lassie!”. È l’inizio di una sfolgorante carriera accompagnata da una vita fatta di eccessi e trasgressioni, grandi amori e plateali tradimenti. “Piccole donne”, “Il padre della sposa”, “Un posto al sole”, “Quo vadis?”, “Cleopatra”, “Il gigante”, “La gatta sul tetto che scotta”, fino a “Venere in Visone” (1961) e “Chi ha paura di Virginia Woolf?” (1967) per i quali vinse l’Oscar come migliore attrice.

Sposata otto volte, la sua relazione amorosa più nota resta quella con l’attore Richard Burton, conosciuto sul set di “Cleopatra” – nel 1964 si sposano, divorziano il 26 giugno 1974, convolano nuovamente a nozze il 10 ottobre 1975 per poi divorziare definitivamente l’anno successivo -. Tra liti, improvvise rotture e riconciliazioni a suon di gioielli, per anni furono una delle coppie più appetite dai rotocalchi di tutto il mondo.

Interprete di personaggi femminili ingabbiati nell’amore, donne passionali e consapevoli dei moti del cuore, Liz Taylor si allontana sempre più dallo schermo dopo “Riflessi in un occhio d’oro” (1967) di J. Huston, interpretato a fianco di Marlon Brando. La Taylor è anche provata da numerose malattie: varie operazioni alla schiena, la rimozione di un cancro benigno al cervello, un tumore alla pelle e due gravi polmoniti, oltre ad un’insufficienza cardiaca che la porta alla morte. Si spegne così l’ultima grande stella del periodo dorato del cinema, quando si era divi perché tali si nasceva. Bastava uno sguardo per ammutolire tutti. Ed i suoi occhi ci riuscivano benissimo.

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