Su Rai5 arriva “Il giornalino di Gian Burrasca”

Quattro prime serate in compagnia  delle avventure – e disavventure – di Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca. Uno sceneggiato indimenticabile della Rai, con attori come Rita Pavone, Valeria Valeri, Ivo Garrani, Milena Vukotic, Arnoldo Foà, Sergio Tofano, Bice Valori e la regia di Lina Wertmuller. Dal 15 dicembre in prima serata su Rai5.

Anche trentotto anni fa era dicembre, il 19 dicembre 1964. E, anche allora,  quella che sarebbe diventato uno degli sceneggiati di maggior successo della Rai era in prima serata, sul canale Nazionale: “Il Giornalino di Gian Burrasca” – tratto dall’omonimo libro di Vamba e diretto da Lina Wertmuller – torna su Rai5 che lo ripropone in un doppio appuntamento ogni sabato, in prima serata, dal 15 dicembre al 5 gennaio e in replica la domenica pomeriggio alle 14.00 circa.
Rivivono così – accompagnate da quella sigla, “Viva la pappa con il pomodoro”, che fu nella hit parade per settimane – le avventure del “monello” Giannino Stoppani detto Gian Burrasca, con il volto inconfondibile di Rita Pavone. Dal suo diario “tradotto” in immagini, prendono vita gli scherzi innocenti, ma a volte drammatici; le fughe; i rapporti difficili tra genitori e figli in una famiglia della borghesia toscana ai primi del Novecento; la voglia di libertà e di ribellione verso il mondo degli adulti che Gian Burrasca traduce così: “La sinfonia è sempre questa: i ragazzi devono portar rispetto a tutti, ma nessuno è obbligato a portar rispetto ai ragazzi…”. Una storia narrata, però, sempre senza cattiveria, e con un sorriso che accompagna lo spettatore tra le pagine del “Giornalino” televisivo.

Una produzione tutta Rai alla quale prendono parte attori indimenticabili: oltre a Rita Pavone, Ivo Garrani (il padre), Valeria Valeri (la madre), Milena Vukotic, Pierpaola Bucchi e Alida Cappellini (le sorelle), Arnoldo Foà (l’avvocato Maralli), Paolo Ferrari (il dottor Collalto), Bice Valori e Sergio Tofano (Gertrude e Stanislao, i direttori del collegio). La regia è di Lina Wertmuller, mentre le musiche sono firmate da Nino Rota e dirette da Luis Bacalov.

“Non si tratta di una semplice replica – dice il direttore di Rai5, Massimo Ferrario – perché la nostra scelta è quella di produrre, anche in estate, programmi nuovi. Ma ci sono casi in cui replicare un programma significa riportare alla luce un patrimonio collettivo e culturale da non dimenticare, anche oggi, anche per chi allora non c’era. E’ successo con il Nero Wolfe di Tino Buazzelli e con il Maigret di Gino Cervi: il Gian Burrasca con Rita Pavone e altri grandi attori non poteva mancare, anche perché è, insieme, divertentissimo e istruttivo. Per me sarà un tuffo nella memoria, e sono convinto che sarà così anche per i nostri telespettatori. O, per i più giovani, una scoperta inattesa”.

La serie delle puntate comincia sabato 15 dicembre con “Giannino comincia a far guai” e “La girandola sul frac”. Seguiranno “Il piumino nell’occhio” e “I razzi nel caminetto”, il 22 dicembre; “Giannino in casa Collalto” e “Giannino in casa Maralli”, il 29 dicembre; e “Giannino in collegio” e “Addio Giornalino!”, il 5 gennaio.

Una  volta trasmesso lo sceneggiato tornerà – pronto per essere visto anche dalle generazioni future – tra i gioielli di quel grande tesoro che sono le Teche Rai, dove sono digitalizzati e conservati milioni di ore di radio e televisione che raccontano l’Italia e la sua storia televisiva e non solo.

“Il Giornalino di Gian Burrasca – dice il direttore delle Teche Rai, Barbara Scaramucci – è uno dei titoli più significativi dell’archivio Rai ed è importante che venga riproposto oggi in un canale di cultura e spettacolo come Rai 5, che, insieme con altri canali tematici, rappresenta un fiore all’occhiello della nuova offerta del servizio pubblico. Come molti ricordano, si tratta di un genere particolare, cioè di uno sceneggiato tratto da un classico della letteratura per ragazzi, ma sul quale la Rai, nel 1964, fece addirittura la scommessa di trasmetterlo il sabato sera e riscosse un enorme successo di pubblico, sia in termini di quantità sia in termini di gradimento. La regia di Lina Wertmuller e l’interpretazione di Rita Pavone lo hanno reso indimenticabile, confermando che nelle Teche della Rai sono conservati autentici gioielli che hanno fatto la storia del costume e dello spettacolo del nostro paese, un patrimonio aziendale unico che ogni giorno cerchiamo sempre più di valorizzare”.

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