Termoli, DTT: un anno dopo peggio che mai. E’ ancora caos, con l’incognita del 4G

termoliLa tivù digitale terrestre si vede male. In alcune zone di Termoli malissimo. In altre determinati canali non si vedono affatto. Buio pesto dal piccolo schermo. Il segnale fa i capricci, quei fastidiosi odiatissimi pixel si soprappongono all’immagine sul più bello della trasmissione, spezzettandola e mandando in tilt, insieme alla visione d’insieme, l’umore del telespettatore di turno. A RioVivo Mediaset è un’utopia. In centro Telemolise tocca solo a pochi fortunati. A Porticone il pacchetto Rai fa i capricci. A ogni zona la sua “rogna”, e anche laddove la geografia offre una maggiore garanzia (magari non ci sono palazzi davanti, né colline, né ostacoli di sorta, e quindi il segnale arriva intatto) ecco che scattano altri problemi: se non è l’antenna è l’impianto, se non è l’impianto è il cavetto.

Come il cavetto? «Eh già pure quello può creare problemi» conferma Luca D’Achille, antennista termolese, che ammette di aver avuto a che fare negli ultimi mesi con una casistica impressionante di emergenze dovute al fatto che il cavetto «confezionato, quello in dotazione con le televisioni che tantissimi cittadini hanno comprato ex novo, non possiede un quantitativo di rame sufficiente a garantire il passaggio del segnale fino al piccolo schermo». Risultato? Bisogna dotarsi di un nuovo cavetto, farselo fare dai rivenditori specializzati.

Non che questo basti a eliminare le criticità, intendiamoci. Perché a un anno esatto dal passaggio al digitale terrestre (era maggio 2012) il livello di soddisfazione degli utenti bassomolisani continua a essere in caduta libera. Da Termoli a Guglionesi, da Montecilfone a Petacciato arrivando nel cratere sismico, la zona colpita dal terremoto del 2002 che è la più scoperta e la più malmessa: è tutto un fiorire di proteste, delusione, rabbia e senso di abbandono. E sì, perché se nelle settimane immediatamente successive allo switch off, tra schermi neri e immagini pixelate, le istituzioni e gli stessi sindaci, le associazioni di consumatori e i rappresentanti politici, avevano promesso fuoco e fiamme pur di garantire il diritto dei molisani a vedere la nuova tv, adesso le petizioni avviate con gran clamore mediatico sono un ricordo sbiadito, e i telespettatori continuano a fare i conti con i interferenze e risintonizzazioni, vuoti e trasmissioni che si interrompono di colpo. E soprattutto, a spendere soldi nel tentativo – che non sempre va a buon fine – di rimediare.
A cominciare dalle antenne. Che, anche quando sono nuove, non è detto che vadano bene. «Ne esistono molti tipi – spiega Luca D’Achille, che ormai in materia è ferratissimo – e alcune sono troppo potenti. Anche quello può essere un problema, perché un’antenna troppo potente lavora al contrario e annulla i segnali».

Così molti si ritrovano beffati: dopo aver sborsato denaro per fare l’impianto nuovo, si ritrovano a fronteggiare ancora schermi neri e canali impossibili. «Le problematiche possono essere davvero tante, dall’impianto che se è vecchio può dare problemi al cavetto tv con poco rame all’interno, che si spezza o è Poi c’è, specialmente a Termoli e nel suo hinterland, un problema di zone, di ostacoli: «palazzi, colline, eccetera impediscono una buona ricezione… purtroppo a volte è così, ed è inutile illudere l’utente».
Luca D’Achille sostiene che per risolvere in maniera definitiva il nodo del digitale terrestre, una spina che sembra essersi conficcata in maniera cronica nel fianco dei telespettatori, bisogna dotarsi di un centralino ultima generazione pensato proprio per poter permettere alla televisione di stabilizzarsi su canali che l’utente di turno desidera guardare.

 Si chiama Cluster 10 e ne esistono di vari modelli, ma il costo è elevato, specie di questi tempi: si va dai 250 euro in su. 

«Se proprio, malgrado i lavori, la nuova antenna e il nuovo impianto, ci sono ancora problemi – continua l’antennista – io consiglio di mettere il centralino programmabile. Sapendo però che in futuro potranno esserci altri problemi ancora…». Il riferimento è alla tecnologia 4G,attualmente in fase di sperimentazione in Italia, che nei prossimi mesi dovrebbe arrivare stabilmente anche dalle nostre parti. Il 4G è un nuovo standard di comunicazione che consente lo scambio di dati ad alta velocità perché nominalmente arriva a 100 mega byte al secondo contro gli attuali 8 mega byte.

Una svolta per il traffico della telefonia mobile, che però andrà ad accavallarsi col segnale del digitale terrestre, e che rischierà di mandare in tilt un’altra volta le sofferte risintonizzazioni finora portate avanti. Le nuove reti mobili del 4G infatti causano interferenze, tanto che è nato pure uno sportello online del ministero al quale ci si può rivolgere per chiedere l’intervento gratuito del tecnico il quale deve installare un filtro che separi i due segnali. Lo sportello però può essere utilizzato solo da chi risulta in regola con il canone. Tutti gli altri, per ora, dovranno risolvere a loro spese.

Come? Chiamando un tecnico a montare un filtro sull’antenna condominiale per isolare il segnale proveniente dai nuovi ripetitori 4G ed evitare le interferenze. La situazione minaccia di diventare ancora più complicata di quello è già. Secondo studi accreditati entro l’estate 2013 potrebbero essere circa un milione di famiglie a dover fare i conti con immagini disturbate, rischiando di perdere del tutto il segnale tv. Tanto vale aspettare e prepararsi al peggio.

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