Nel 2010 – rileva l’Agcom – il valore complessivo si è attestato sui 21 miliardi di euro, rispetto ai 23 miliardi di euro circa raggiunti nel 2009. La riduzione si è fatta sentire soprattutto nel comparto pubblicitario, che presenta caratteristiche cicliche, mentre sono cresciute pay tv e soprattutto internet, pur mantenendo valori assoluti modesti. L’area radiotelevisiva, con il 46,4% (pari a circa 9,8 miliardi di euro), ha la maggiore incidenza sul totale delle risorse. La tv in chiaro rappresenta il 57,4% del settore, mentre quella a pagamento il 37,7%. Rispetto al 2009, la tv in chiaro registra un aumento (3,7%) inferiore a quello della pay tv (7,5%) e della radio (6,9%). La stampa detiene il 30,3% (pari a circa 6,4 miliardi di euro) con un calo del 2,1%, che coinvolge quasi tutti i comparti interessati, ad eccezione dell’editoria periodica, che registra un lieve aumento (+0,3%), e dell’editoria elettronica, l’unico ambito in cui si segnalano significativi e strutturali segnali di crescita (+16,6% a quota 800 milioni).
L’ammontare raggiunto dal settore cinematografico è invece pari a 1,2 miliardi di euro. Quanto ai soggetti operanti nel settore, Fininvest detiene il 16,04% (con Mediaset a quota 13,83% e Mondadori Editore a 2,21%), Rai il 13,22%, News Corporation il 12,93% (Sky Italia il 12,63% e Fox Italy lo 0,30%), Seat Pagine Gialle il 4,16%, Gruppo L’Espresso il 4,11%, RCS Mediagroup il 3,96%. Gli altri operatori arrivano al 45,59%.