Calcio e diritti tv, accordo nella nebbia

Il campionato di serie A Tim si è chiuso domenica. I verdetti sono stati già emessi. Nel frattempo i venti presidenti della massima serie nazionale continuano a litigare da quasi un anno, tra una spaccatura e l’altra, su come dividersi i 200 milioni di euro dei diritti televisivi correlati ai bacini di utenza.

Non è stato certo un bell’esordio per la Legge Melandri-Gentiloni, che regola la vendita collettiva dei diritti per le partite alle invasive pay tv (ridotte ormai al duopolio Sky-Mediaset).

Si ritroverà domani la Commissione insediata dall’assemblea della Lega Serie A su proposta del presidente della Juventus Andrea Agnelli, dopo che il primo incontro è finito con la solita fumata nera (QUI i particolari). I presidenti che ne fanno parte hanno l’obiettivo di elaborare una ipotesi di accordo sulla ripartizione dei diritti tv che non sia limitata alla stagione in corso, ma si proietti anche a dopo il 2012.

Saranno presenti in forza le cinque grandi rappresentate da ErnestoPaolillo (Inter), Andrea Agnelli e l’avvocato Michele Bria­monte (Juventus), Adriano Galliani e Umberto Gandi­ni (Milan), Marco Fassone (Napoli) e Rosella Sensi (Roma).

Va detto che la posizione della Sensi si è fatta obliqua, dopo che il suo potere decisionale è stato messo fortemente in dubbio dal nuovo proprietario, l’americano Tom DiBenedetto (QUI i particolari). Un’intrusione che potrebbe far traballare l’impalcatura della Commissione.

Ci saranno anche quattro club in rappresentanza delle quindici me­dio- piccole. La scelta è caduta sulle prime in ordi­ne di classifica: Gino Pozzo e l’avvocato Stefano Cam­poccia (Udinese), Claudio Lotito (Lazio), Maurizio Zamparini e Rinaldo Sa­gramola (Palermo), Enrico Preziosi (Genoa, che ha vinto il duello con i Della Valle arrivati pure a 51 pun­ti con la Fiorentina).

Ottimista a oltranza il numero uno del Palermo, Zamparini: “Ancora due o tre giorni e troviamo una soluzione per i prossimi cin­que anni. L’accordo rispet­terà la meritocrazia”. La proposta avanzata del presidente rosanero è quella di pre­miare al massimo i ri­sultati del campo, allargando la fetta di diritti tv da as­segnare sulla base delle prestazioni degli ultimi tre anni.

La su posizione sembra condivisa anche da altre provinciali, come l’Udinese. La legge Melandri limita i meriti del campo al 30 per cen­to previsto dalla Legge Me­landri, ma la percentuale è più bassa poiché comprende le presenze in Serie A dal 1946 in poi.

Un criterio storico che premia i club di maggiore tradizione. Secondo le medio-piccole, premiando con qualche milione in più le differenze di posizione in clas­sifica, le regolarità del cam­pionato ne gioverebbe.

Più pessimista il presidente del Genoa, Preziosi: “Non c’è nulla che eviti un accordo, ma le par­ti sono ancora distanti e de­vono trovare la quadra. Speriamo di farcela gio­vedì”.

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