«La tv — premette l’avvocato Stefania Varca — è in liquidazione. Andare a chiedere alla stessa emittente il rimborso di parte dell’abbonamento, utente per utente, non porterebbe a niente. I creditori privilegiati sono altri, sarebbe un tentativo inutile». Allora si proverà con la Lega Calcio, in tempi brevi, appena sarà messo a punto il documento che si sta abbozzando in questi giorni. «I diritti tv le sono stati resi da Dahlia e dovranno essere riassegnati ad altre tv, così almeno ci risulta. Chiederemo che si inserisca una clausola, nei contratti, che tenga conto degli ex abbonati e del loro diritto ad avere quanto hanno già pagato, senza essere costretti a sottoscrivere nuovi abbonamenti e ad essere “fideizzati”». Poi si farà pressione sul Torino calcio, che, così come il Cagliari, da Dahlia era sponsorizzato. «Suggeriremo ai vertici della società granata di compensare i tifosi rimasti senza calcio in tv, sempre gli abbonati alla tv che ha chiuso le trasmissione, con qualche biglietto gratuito per l’accesso allo stadio o almeno con un sconto».
Non è tutto. «Il minimo che si deve fare, nel frattempo — dice Gianni Longo, che di Acu Piemonte è presidente — è togliere le tessere Dahlia prepagate da tabaccherie e rivendite che ancora le hanno, perché qualcuno potrebbe ancora acquistarle, soprattutto per i canali per adulti, ignorando che le trasmissioni sono cessate».