Francesco Mollica evidenziando che “nonostante lo slittamento dello ‘Switch Off’ nella nostra regione, rispetto alle altre, e l’iniziativa di verifica e di aggiornamento sullo stato di servizio del segnale, avviato dalla Rai, che avrebbe dovuto consentire l’intervento della stessa con accorgimenti tecnici in grado di migliorare ricezione e fruizione, il tanto inneggiato diritto all’informazione viene negato a molti comuni della Basilicata oscurandosi del tutto, per quanto attiene la visione dei canali della Rai in generale, nella zona del Vulture-Melfese, in particolar modo a Venosa”.
“Non è la prima volta – prosegue Mollica – che sollevo il problema, riportando il disagio dei tanti abitanti di Basilicata che, pur attrezzati di tutto punto con decoder e antenne di ultima generazione, continuano a lamentare la totale assenza del segnale. Tutto questo in barba alla decisione assunta dal Comitato nazionale Italia Digitale secondo cui ‘se l’informazione è diventata sempre più un elemento culturale che caratterizza le comunità, a maggior ragione occorre garantire un’adeguata copertura territoriale al puntuale lavoro d’informazione che la redazione regionale della Rai svolge, come del resto dimostrano gli indici di ascolto, spesso tra i più alti d’Italia in valori assoluti’. Anche il Co.re.com , quale organismo di garanzia per i cittadini, tace nonostante i continui inviti a far sentire la propria autorevole voce.
La constatazione peggiore è la nostra manifesta impotenza rispetto alla questione, potendo soltanto continuare a parlarne non sapendo ormai, a chi indirizzare le lamentele. E fu così che il sogno de ‘Il futuro che diventa presente’ è fallito, relegato com’è in un misero ritorno al passato e, precisamente, a quando, come ho già avuto modo di evidenziare, nel lontano 1954 ebbe inizio la programmazione ufficiale della Rai e si dovettero attendere ben tre anni perché il segnale arrivasse su tutto il territorio nazionale”.
“L’indignazione è tanta e – conclude Mollica – non intravedendo forme di tutela per i cittadini di Basilicata non mi resta che invitarli a manifestare il proprio dissenso con l’unica arma in loro possesso: non pagare il canone!”