Ferrara: Il digitale è a terra nessuno ha idee chiare Mediaset sotto tiro

Settanta giorni dopo lo swtich off il caos regna sotto i cieli. Non sono bastati 200 milioni di investimenti per far funzionare il Digitale Terrestre in Emilia Romagna. Non sono bastati tre anni di interventi da parte degli antennisti per sistemare la ricezione del segnale. Non è nemmeno bastato costruire un nuovo traliccio.

Oltre due mesi dopo l’attivazione, il digitale terrestre resta una chimera, specialmente per chi abita in città, vicino al bolognese e ai Lidi.  Lunedì sera, nella sala conferenze della Cna di via Caldirolo si è tenuto un dibattito aperto al pubblico per fare il punto della situazione in cui sono intervenuti i referenti di ogni emittenza pubblica e privata. Il locale era gremito: oltre 200 presenti tra cittadini indispettiti e antennisti perplessi.

«Dicevano: basterà il decoder – afferma Alessandro Fortini di Cna che si fa portavoce della protesta tecnologica – invece la soluzione non sembra così semplice». «Le certezze di sei anni fa sono svanite – gli risponde Leopoldo Bottero, direttore Mediaset Nordest -, i decoder non ci hanno soddisfatto. Tutto il parco antenne dei ferraresi è da rifare…». Dalla platea si alza un boato.. «Purtroppo è così – riprende Bottero -, servirebbe un traliccio alto 130 metri in mezzo al centro cittadino per trasmettere il segnale in pianura, ma capite bene che non si può fare. Stiamo rimisurando i modem e dalla prossima settimana i nostri tecnici saranno presenti a giorni alterni per raccogliere dati. Il problema è che troppi segnali arrivano da più parti e le interferenze ne impediscono la ricezione univoca. Mi sa che mi vedrete spesso a Ferrara, ma alla fine troveremo una soluzione. Il digitale terrestre è una grande opportunità, si potranno vedere oltre 200 contenuti, in alcuni punti si arriva perfino a quota 250 canali; pensate che in Francia ne hanno a malapena una decina».

Le affermazioni non piacciono ai presenti che ironizzano: «d’accordo, ma almeno loro li vedono tutti»; «vuol dire che noi antennisti dovremo tornare sui tetti per altri tre anni». Anche i colleghi di Rai e Mediaset intervengono, ma non nascondono stesse perplessità. «La situazione è tecnologicamente confusa – dice Eduardo Russo di Rai Way Emilia Romagna -, le bande 4ª e 5ª possono arrivare da più parti, sia da nord che da sud; gli addetti ai lavori devono occuparsi di impianti complicatissimi. La nuova tecnologia ci ha spiazzato. La Rai ha pensato ad alcune strategie come la regionalizzazione di Rai News per permettere la ricezione del Tg Regionale».  «Al momento dello switch off le antenne non rendevano come dovevano – aggiunge Massimo Neri di La7 -, abbiamo dovuto rimediare riattivando il Grattacielo (cosa non gradita al Comune che ne chiede l’immediata dismissione). Da lì, ce ne andremo entro giugno, Aranova non è la soluzione ottimale, ma è l’unica percorribile».  Il nuovo traliccio non ha risposto alle aspettative della vigilia. «Aranova non copre bene la città – ammette Flavio Bighinati, patron di Telestense -, inoltre, passare dal canale 16 al 113 è un danno per la nostra emittente. Mi rammarico nel vedere che sono stati esposti i problemi, ma non le soluzioni». Restano i dubbi e le incertezze, la serata che doveva servire a spazzarli via ha alimentato nuove perplessità. Nell’attesa che la situazione migliori lo schermo resta malinconicamente scuro.

Fonte: laNuova Ferrara

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