Governo, gara frequenze gratis poi nuovi canoni di concessione

La gara per l’assegnazione delle frequenze digitali televisive resterà gratuita, poi forse si rivedranno i canoni di concessione. Dunque, nessuna marcia indietro. E’ questa la posizione del governo Monti, secondo MF-Milano Finanza, a proposito delle infuocate polemiche scoppiate sulle procedure dell’asta dei multiplex (gruppi di frequenze su cui si possono irradiare fino a 6-8 canali) che prevedono, appunto attraverso un beauty contest, l’assegnazione di quasi 50 canali aggiuntivi. Il metodo discusso in queste ore è semplice: si valutano fatturato, copertura del territorio e numero di dipendenti di ciascuno dei soggetti che hanno presentato l’offerta alla commissione, la quale dovrà decidere la graduatoria finale.

E la spiegazione che un ministro dà della posizione di Palazzo Chigi è chiara quanto brutale: “si può discutere della modalità con cui si è arrivati all’assegnazione delle frequenze digitali televisive, ma giunti a questo punto, durante la cruciale approvazione della manovra salva-Italia in Parlamento, anche solo rimettere in discussione la procedura approvata anche da Bruxelles mette a rischio la stessa sopravvivenza dell’esecutivo, che potrebbe perdere l’appoggio del Pdl”. Si parla di tv ed è quindi come gettare benzina sul fuoco. E’ chiaro infatti che sul tema dei sei multiplex digitali che dovrebbero essere assegnati a nove contendenti (Sky si è sfilata all’ultimo momento) tra cui Rai, Telecom e Mediaset, è scoppiata una guerra più ideologica che tecnica, visto che la vera pietra dello scandalo riguarda proprio l’azienda di Cologno Monzese, di cui l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è azionista di maggioranza.

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