Grazie al crollo di Tf1: è la fine della centralità della tv

Per anni, Tf1 – tv privatizzata nell’87, quando Chirac era primo ministro – è stata la più grande televisione d’Europa. Patrick Le Lay, che è stato a lungo alla sua testa, amava affermare: devo riempire con dei programmi lo spazio di cervello disponibile lasciato dalla pubblicità. E non solo: Tf1 ha da sempre accompagnato la destra al potere, dopo che Chirac ne aveva favorito l’acquisizione da parte del colosso dei lavori pubblici, Bouygues (il cui ultimo esponente, Martin Bouygues, è molto intimo di Sarkozy). Sono ancora nella memoria dei francesi le “notizie” di apertura dei telegiornali alla vigilia delle presidenziali del 2002 – quelle che videro Le Pen al ballottaggio – sulle aggressioni subite dai cittadini da parte della delinquenza diffusa che il governo Jospin non sarebbe stato in grado di fermare. Ma le cose stanno cambiando: lo share di Tf1 sta crollando, sia per i programmi di reality o di varietà, che per i tg. Secondo Médiamétrie, che misura l’audience delle televisioni, lo share di Tf1 è ora del 23,2%. Negli anni ’90 era ancora superiore al 40%. Lo scarto con France 2, la prima rete pubblica, diminuisce, non solo per i tg ma  persino per trasmissioni people come il matrimonio Windsor, una maggioranza di telespettatori ha preferito seguire France 2. Ma c’è di più. Come scrive Libération, “per la prima volta nella storia, contrariamente a quello che era successo per la radio e per la televisione, un nuovo media sembra riesca a soppiantare il vecchio: in alcuni gruppi sociali pionieri (giovani di meno di 24 anni, e i più scolarizzati) lo schermo del computer rimpiazza ormai quello della televisione”. La profusione di reti del digitale terrestre, che complessivamente stanno per superare Tf1 per l’audience, contribuisce alla dissoluzione della centralità della “tv” teleguidata dalla politica dominante, grazie alla frammentazione dei flussi. Una  buona notizia anche per l’Italia.

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