LCN, il TAR smentisce se stesso. Pericolo caos numerazioni nelle aree digitalizzate

“Con l’ultima sentenza del TAR Lazio (la n. 873 del 26 gennaio 2012 ndr) in materia di numerazione automatica dei canali si corre il rischio di aprire un’altra fase di disordine e di guerra tra le emittenti di cui non se ne sente proprio il bisogno”. E’ quanto dichiarato dal Presidente della FRT, Filippo Rebecchini, che ha aggiunto: “con l’agognata delibera 366/10/CONS dell’AGCOM il mercato televisivo aveva raggiunto l’equilibrio che era venuto meno con il passaggio dall’analogico al digitale terrestre allorquando, proprio a causa dell’assenza di una regolamentazione, i numerosissimi conflitti tra le emittenti nazionali e locali sulle numerazioni del telecomando avevano generato il caos tra gli utenti e provocato significativi danni economici alle imprese televisive, in particolar modo a quelle locali.

E’ da notare, peraltro, come sulla questione il Tribunale amministrativo non abbia una linea di giudizio univoca.
Infatti, con le sentenze 6814 e 6901 dell’estate scorsa, il Tar Lazio aveva accolto i ricorsi proposti da alcune emittenti locali avverso la delibera 366/10/CONS dell’AGCOM ritenendo che le assegnazioni delle numerazioni non tenevano in debito conto le abitudini di ascolto dei telespettatori (imposte come criterio dall’art. 32 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, modificato dal decreto legislativo 15 marzo 2010, n.44 e recepito dalla delibera Agcom n. 366/10/Cons).
Con la sentenza n. 873 il TAR, in palese contraddizione con il proprio precedente pronunciamento, ha accolto il ricorso di SKY escludendo in tal modo le tv locali dal criterio delle abitudini di ascolto dei telespettatori negando legittimità alla riserva in favore delle medesime del blocco di numerazione dal 10 al 19 che a tale esigenza invece s’ispirava.

Per il Presidente dell’Associazione Tv Locali FRT, Maurizio Giunco, “Ancora una volta si registra una inspiegabile discriminazione nei confronti di tutta l’emittenza televisiva locale storicamente posizionata dagli utenti dal numero 7 di telecomando a salire”, che aggiunge: “Anche se non si vuole tener conto che per le tv locali è questo un colpo terribile, stupisce come un organo giudicante di tale importanza possa assumere in breve spazio di tempo sentenze così divergenti (ricordiamo che con una prima sentenza 24.6.11, n. 5633, aveva addirittura rigettato il ricorso di un’emittente ritenendo del tutto legittimo il sistema LCN adottato da AGCOM) che fanno precipitare nel caos tutta la numerazione dei canali televisivi con gravissime conseguenze per gli operatori e per i telespettatori ignorando del tutto l’esigenza di bilanciamento tra i diversi interessi che ha invece animato la delibera annullata.”

Le emittenti nazionali e locali che hanno avuto la sfortuna di passare per prime al digitale terrestre (da fine 2008 con lo switch-off della Sardegna fino all’assegnazione delle numerazioni avvenuta a fine 2010), temono di risprofondare nella confusione. Oggi un ritorno ad una nuova fase di deregulation sarebbe devastante se si pensa all’elevato numero di emittenti passate al digitale e agli oltre 40 milioni di cittadini che dovranno risintonizzare i loro decoder. La nuova sentenza del TAR, pubblicata pochi giorni prima dell’udienza fissata dal Consiglio di Stato per decidere nel merito gli appelli avanzati dall’AGCOM contro le sentenze 6814 e 6901, e che erano state cautelarmente sospese dallo stesso Consiglio di Stato, è esecutiva e provoca quindi il caos nella numerazione delle emittenti. La FRT si costituirà ad adiuvandum nel caso in cui l’Agcom decidesse di fare ricorso al Consiglio di Stato con richiesta di sospensione immediata degli effetti della sentenza. La FRT invita anche le emittenti locali, legittimate ad agire gudizialmente in virtù della notifica per pubblici proclami, ad opporsi alla sentenza del TAR.

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