Cattiva ricezione del segnale Rai: questa volta a protestare è il Comune di Rifreddo

Il problema legato alla cattiva (quando non del tutto impossibile) ricezione del segnale televisivo dei Canali Rai si sta allargando a macchia d’olio anche nella bassa Valle Po, ed ecco che anche Rifreddo ha deciso di fare la voce grossa con l’Ente radiotelevisivo di Stato a tutela dei diritti della propria popolazione. L’unanimità dell’ultimo Consiglio – assenti i soli Eros Barra e Gianluca Cossale – ha infatti fatto proprio ed approvato un apposito documento che nei prossimi giorni verrà inviato al Ministero per le telecomunicazioni, all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, al Presidente della commissione di vigilanza dei servizi televisivi, alla Rai e ad all’Associazione Nazionale Comuni d’Italia del Piemonte attraverso il quale l’Amministrazione guidata da Cesare Cavallo esprime “il proprio più totale disappunto sulla situazione venutasi a creare” e chiede ai destinatari della protesta di “impegnarsi affinché ai cittadini rifreddesi venga garantito il diritto di fruire del servizio pubblico radiotelevisivo”.

La situazione di disagio e di difficoltà in merito alla ricezione del segnale televisivo – a Rifreddo come in altri centri della vallata – va fatta coincidere, secondo l’Amministrazione comunale (e non solo) con il tanto decantato ed osannato passaggio al digitale terrestre. Anche qui, come altrove, riguarda in modo particolare il segnale delle reti della Radio Televisione Italiana (Rai) per le quali i cittadini rifreddesi pagano annualmente un canone.

Nell’ordine del giorno, il Comune scrive che “le interruzioni sistematiche nel corso delle trasmissioni dei programmi delle emittenti suddette impediscono di assistere in modo soddisfacente alle trasmissioni pregiudicando, tra le altre cose, anche la possibilità di accede alle fonti di informazione e di approfondimento che sono alla base dell’esistenza di un servizio radiotelevisivo pubblico”, ma anche che “in virtù della situazione creatasi, la RAI non sembra aver rispettato le condizioni che stanno alla base della concessione del servizio pubblico di diffusione di programmi radiofonici e televisivi” in quanto non ha garantito “la diffusione di tutte trasmissioni televisive di pubblico servizio con copertura integrale del territorio nazionale”. L’ipotesi, anche qui come per il vicino Sanfront, è quella di “interruzione di pubblici servizio”.

La situazione di disagio è consistente e diffusa al punto da suscitare l’interesse dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia del Piemonte che sarebbe pronta ad inviare una lettera a tutti i Comuni della nostra regione per sollecitare gli amministratori a segnalare eventuali problemi, difficoltà e disagi. Una volta radunato quello che ha tutti i presupposti per essere un fitto carteggio, ecco che allora l’Associazione presieduta da Amalia Neirotti si farà sentire nelle dovute sedi.

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