ReteCapri rivendica il diritto alla posizione nel primo arco di numerazione del telecomando

logoretecapriPesa molto la spada di Damocle che pende sul telecomando. Come noto, il TAR prima e il Consiglio di Stato poi, hanno annullato la delibera Agcom 366/10/CONS che regolamentava la numerazione dei canali (LCN). Tra le motivazioni ben argomentate da parte dei supremi giudici amministrativi l’illegittima assegnazione a MTV e DeeJayTV delle posizioni 8 e 9 poiché riservate a emittenti a carattere generalista, mentre nel caso in questione si è di fronte a due tv tematiche musicali. Per altro, la riserva doveva contemplare anche la storicità dell’emittente, vale a dire l’esistenza in ordine di avvio delle trasmissioni a partire dall’analogico.

Da quasi tre anni, invece, l’attuale posizionamento ha gravemente discriminato le emittenti in possesso del diritto di ottenere l’8 e il 9 LCN, generando danni sia di immagine che economici (calo di ascolti). In primis ReteCapri, tv nazionale generalista storica che trasmette dal 1982, finita ingiustamente alla posizione n. 20 riservata alla prima ed unica esclusa dal primo arco di numerazione.

Nel frattempo, entro fine marzo, cioè fino allo spirare dei 180 giorni partiti il 4 ottobre 2012, l’Agcom dovrà approvare definitivamente il nuovo provvedimento (delibera Agcom n. 442/12/CONS), ma i tempi sono drammaticamente lunghi perchè il Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni entro 60 giorni dovrà, poi, emanare apposito regolamento, e succesivamente ci saranno altri 30 giorni per formulare le domande da parte degli operatori.

“Con il famigerato vecchio schema drasticamente annullato dalle recenti sentenze del Consiglio di Stato in una battaglia durata oltre un anno – sostiene Costantino Federico editore di ReteCapri – la nostra emittente è stata pesantemente discriminata a favore del solito duopolio Rai-Mediaset a cui si sono aggiunte Telecom e l’Espresso di De Benedetti. Ora ci auguriamo che con la nuova regolamentazione si metta a posto la questione, nel rispetto della normativa vigente in materia che tutela concorrenza e pluralismo, anche se al momento nulla è stato fatto per inibire le attuali illegitteme posizioni, considerati i tempi lunghi per i definitivi posizionamenti in base a quella che sarà la nuova normativa. In caso di esito negativo – conclude Federico – non escludiamo di ricorrere nuovamente alla giustizia amministrativa e, se necessario, anche a quella comunitaria”.

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