A questo punto, scrive MF, Urbano Cairo nell’avanzare l’offerta sul solo network televisivo per il quale raccoglie la pubblicita’ a un minimo garantito di 126 mln all’anno (contratto in essere fino al 2019), avrebbe chiesto a Telecom di accollarsi il rosso di gestione almeno dell’anno scorso e dell’esercizio in corso. Del resto, la Cairo Communication, che ha in cassa piu’ di 50 mln, non puo’ investirli tutti in questa operazione, altrimenti non avrebbe piu’ capitali a sufficienza per investire in contenuti e volti tv che permettano all’emittente di mantenere l’attuale livello di ascolti, che assicurano uno share del 3,67%.
A conti fatti quindi il vero unico pretendente degli asset messi in vendita da T.I.Media resta Clessidra, che ha offerto 300 mln per i multiplex digitali e dato una valutazione di 0 euro, se non negativa, a La7. Ma anche il fondo di Claudio Sposito ci va con i piedi di piombo perche’ sa che gestire questo business non e’ cosi’ facile, e soprattutto e’ consapevole del fatto che i profitti non arriveranno se non prima di alcuni anni. Prospettiva non ideale per un investitore in private equity che punta a ritorni certi. Per questa ragione e’ ipotizzabile che dal cda di Telecom di domani esca l’ennesima fumata nera, che si tradurrebbe immediatamente nel ritiro dell’asta competitiva e nel mantenimento in casa degli asset tv. Almeno fino a dopo le elezioni.