Al via su Rai Storia “Italia in 4D”, con la partecipazione di Maurizio Costanzo

Un nuovo magazine per raccontare l’Italia degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta, ovvero i 4Decenni del Novecento italiano con storici di primo piano e la partecipazione straordinaria di Maurizio Costanzo. Italia in 4D é una rivista illustrata che vuole contribuire al racconto e all’analisi della storia sociale, politica, economica e di costume della Prima Repubblica al confronto col presente. A partire dall’8 maggio su Rai Storia, saranno trasmesse ogni settimana 4 puntate, una per decennio, dal martedì al venerdì alle 23.00 in prima emissione, più le repliche (dal giovedì alla domenica alle ore 10.30).

Punti di forza del nuovo magazine di Rai Storia sono i preziosi materiali delle Teche Rai, collegati tematicamente attraverso meccanismi ipertestuali; un parterre di storici di primissimo piano come Emilio Gentile, Giovanni De Luna, Guido Crainz e Mauro Canali, chiamati a contestualizzare e interpretare i filmati e numerose rubriche, dalla storia degli oggetti simbolo dei decenni del Prof. Peppino Ortoleva, a quelle sullo spettacolo e sullo sport. E ancora: sondaggi d’epoca, per riscoprire l’opinione degli italiani del tempo sui temi più disparati; reportage dal mondo del collezionismo; rilettura delle lettere nei giornali del tempo; classifiche su mode, personaggi e bizzarrie del decennio e altro ancora.

Ogni puntata sarà introdotta da un confronto intergenerazionale tra Maurizio Costanzo e un adolescente di oggi, Matteo, un “nativo digitale” degli anni 2000, per creare un originale “scambio di informazioni” tra generazioni distanti. Questo é proprio uno degli obiettivi di Rai Storia: coinvolgere le nuove generazioni nello studio del nostro Passato e nella raccolta di memorie e testimonianze delle generazioni precedenti.
L’Unione Europea ha dichiarato il 2012 l’Anno europeo del dialogo e della solidarietà tra le generazioni. Per questo  nel corso dell’anno, Rai Storia dedicherà numerose iniziative al tema, a partire dalla campagna congiunta tra Rai Storia e  Memoro.org, la banca della memoria, un progetto no-profit internazionale per la Costituzione, in crowdsourcing, di un archivio delle esperienze di vita in tutta Europa sotto forma di racconti audio e video, che invita le giovani generazioni a diventare “cercatori di memoria” registrando le testimonianze delle generazioni precedenti per caricarle sui portali di Rai Educational e Memoro.
Ogni puntata di Italia in 4D racconta uno dei 4 decenni della Prima Repubblica

GLI ANNI ‘50
L’Italia ha appena rialzato la testa dalle macerie e dalle distruzioni della guerra e ricomincia a respirare. È l’Italia della Guerra Fredda, di Don Camillo e Peppone, che in circostanze normali si affrontano e si combattono, ma che di fronte a casi umani, o all’interesse della collettività, trovano di fatto un accordo che trascende la politica e la religione. Il paese cresce e si modernizza, rincorre il benessere, con tutte le contraddizioni che ne derivano.
Le campagne si spopolano. Le città crescono veloci. È un’Italia moderna, che guarda al futuro ma allo stesso tempo ancora provinciale e contadina. Arrivano la televisione, la Vespa e la Lambretta, l’automobile per tutti, il Festival di Sanremo, i motoscooter, gli elettrodomestici, i grandi magazzini. La scolarizzazione, ma soprattutto la televisione contribuiscono alla diffusione di un linguaggio comune e nuovi modelli culturali di massa. Il Parlamento approva la legge Merlin, che abolisce la prostituzione legalizzata nelle case di tolleranza, ma di certe cose non si deve nemmeno parlare. L’Italia si confronta con l’Era dei consumi di massa, ma l’anima è ancora bacchettona: l’adulterio è un reato penale, i costumi ‘bikini’ sono proibiti, rock’n roll, blue jeans e juke box fanno paura. Tra modernità e spirito bigotto l’Italia entra nel boom…

GLI ANNI ’60
“Favolosi” lo sono stati davvero gli anni ’60 per gli italiani; formidabili, per qualcun altro. E’ lì che il nostro Paese raggiunge la sua maggiore età, da contadino diventa industriale, conosce in pochi anni una crescita economica straordinaria ed entra a far parte del consesso delle nazioni più avanzate. Televisore, frigorifero, lavatrice, automobile, oggetti fino a qualche anno prima visibili solo nei film americani, entrano nella disponibilità di tante famiglie. La televisione completa il percorso risorgimentale e unisce definitivamente la Nazione. Molti italiani che parlano solo il dialetto apprendono la lingua italiana guardando i programmi della tv, altri imparano a leggere e scrivere con il maestro Manzi. E poi la società, il costume, la morale: il decennio inizia con le ballerine censurate dalla Rai, con le gambe troppo lunghe e troppo in vista delle gemelle Kessler e si chiude con l’approvazione della legge sul divorzio. In mezzo la donna che inizia a lavorare fuori casa, la Corte Costituzionale che comincia a demolire il delitto d’onore, i primi vagiti di femminismo e rivoluzione sessuale. Un decennio che sembra lungo un secolo.

GLI ANNI ’70
Radicali, intensi, provocatori, creativi. Gli anni settanta sono i figli prescelti della contestazione. Libertà è la parola d’ordine che si diffonde come un mantra nelle piazze: libertà d’espressione, libertà dei costumi, liberalizzazione dello Stato. Le nuove generazioni pretendono cambiamenti profondi della società, reclamano la pace in Vietnam, l’aborto legale, diritti civili e soprattutto la liberazione sessuale. E saranno anni di lotta lunghi, i più lunghi del “secolo breve”, il Novecento. Anche nel costume cambia tutto. Le pubblicità diventano ammiccanti, i concerti rock eventi di massa, il sesso una provocazione politica. Le donne vestono t-shirt e jeans a zampa d’elefante, le più audaci persino gli hot pants. Gli uomini portano capelli lunghi, baffi e basette. Nessuno allora se ne accorge ma gli anni Settanta iniziano in anticipo: nel dicembre ‘69 la strage di Piazza Fontana è il primo capitolo di un lungo romanzo criminale che penetra e attraversa il decennio come un fiume carsico. Un fiume che smuove equilibri sotterranei, provoca crolli imprevisti e alla fine lascerà macerie. Il golpe Borghese, la strage dell’Italicus, il caso Sindona, intrighi internazionali ma soprattutto tensioni sociali e terrorismo dividono le famiglie e spaccano le coscienze, sfociando nell’assassinio di Aldo Moro, dramma della Nazione. Per questo c’è chi li ricorda come anni cupi e ossessivi, anni di piombo.

GLI ANNI ’80
Stremati dagli anni ’70 gli italiani si risvegliano negli anni ’80 con una voglia di cambiare che va di pari passo a un consolidarsi del benessere, a un rinnovato boom dei consumi, e a una serie di innovazioni destinate a rivoluzionare il privato dei cittadini del Belpaese. Si rompono tabù, si impongono nuovi modelli socioculturali, nuove forze politiche salgono alla ribalta minando il monolite democristiano, anche il monopolio televisivo pubblico è infranto. Li hanno chiamati anni del riflusso. Nessun decennio del dopoguerra ha diviso tanto gli italiani come gli anni ’80. C’è chi considera quegli anni come l’inizio della crisi della politica, del costume, dell’economia, della morale e chi li indica invece come l’apice della riscossa nazionale, della politica decisionista, della creatività, del benessere, del godimento. Costituiscono l’ultimo decennio della storia della Prima Repubblica, l’ultima decade affrontata dal programma e probabilmente la più controversa.

28 copertine a decennio per scoprire il passato e riflettere sul presente.
Ogni decennio sarà raccontato attraverso 28 puntate, e in ognuna la copertina sarà dedicata al tema considerato più forte e più rapportabile con l’attualità del nostro presente. Per fare alcuni esempi: se oggi si continua a discutere di intercettazioni, di privacy e di “macchina del fango”, una copertina di Italia in 4D sarà sicuramente dedicata allo scandalo intercettazioni che negli anni ’70 sconvolse il Paese. Per approfondire il momento di crisi, vera o presunta, dei talk o dei salotti televisivi della politica, Italia in 4D proporrà una copertina dedicata alle nozze tra tv e politica degli anni ’60. Non mancheranno le puntate che indagheranno sulle tasse, l’evasione fiscale, e le crisi economiche attraversate dal Paese nel passato, per cercare di capire meglio cosa stia succedendo oggi.
Queste le puntate che saranno trasmesse, le prime due settimane, su Rai Storia dal martedì al venerdì alle ore 23.00. Dall’8 all’ 11 maggio

ANNI ’50
BELLI E D’ANNATA
Teddy boys e disagio giovanile negli anni ’50
Alla fine degli anni ’50, nell’Italia del boom economico, ci si interroga per la prima volta sulla gioventù. La stampa lancia l’allarme sulla comparsa dei Teddy Boys, teppisti senza morale, ribelli senza causa, pericolosi patiti del rock’n roll e dei blue jeans…

ANNI ’60
URNE CATODICHE
La politica degli anni ’60 alle prese con il mezzo televisivo
Nel 1961 nasce Tribuna elettorale e la politica entra nell’ era della comunicazione televisiva. Ad aprire la strada ci avevano pensato l’anno prima i due candidati alla presidenza americana Kennedy e Nixon, in un confronto tv rimasto nella storia.

ANNI ’70
FANGO
Gossip, intercettazioni e spionaggio: la fabbrica degli scandali
Nel 1973 un’indagine della procura romana scopre una frenetica attività di spionaggio sulle linee telefoniche della Capitale. Sono intercettazioni private per questo illegali. Scoppia il primo scandalo italiano relativo alla violazione della privacy. Mentre il Paese si interroga se vietare le intercettazioni e privarsi di uno strumento prezioso per la polizia, l’inchiesta romana arriva a coinvolgere nomi importanti.

ANNI ’80
ULTRACORPI
Gli anni ’80 e il culto del corpo
Gli anni Ottanta sono il teatro di una riscoperta del privato, dell’individualità, del successo, di un insieme di valori che nel nostro Paese una tradizione inveterata ha tenuto ai margini della nostra cultura e del nostro immaginario. E se c’è un luogo che può diventare espressione di questi mutamenti profondi, non solo nel segno di una effimera apparenza, è proprio la corporeità…

Dal 15 al 18 maggio

ANNI ’50
VITE BOLLATE
Burocrazia e macchina dello Stato negli anni ’50
La macchina dello Stato: una massa di complessi ingranaggi: Ministeri, Prefetture, Questure, Uffici comunali e postali. Gli italiani si confrontano con la burocrazia: sportelli presidiati da funzionari puntigliosi. Lunghe file. Firme e controfirme. Timbri e bolli di vario tipo e importo. Richieste di permessi, licenze e concessioni. Chilometri di scaffali. E’ la macchina amministrativa, il punto di contatto tra il cittadino e lo Stato.

ANNI ’60
IL LOGORIO DELLA VITA MODERNA
Gli effetti collaterali del boom economico
Il boom economico ha proiettato gli italiani nella modernità, con l’effetto collaterale di fargli conoscere l’ansia e lo stress. Ma il veloce processo di industrializzazione convive con tradizioni antiche e riti religiosi di sapore quasi medievale.

ANNI ’70
ONDE ANOMALE
L’avventura delle prime radio private
L’onda travolgente delle radio libere, quando gli anni Settanta significavano coraggio e sperimentazione, lo sgombero di Radio Alice e la sua chiusura sono l’episodio centrale di un periodo caratterizzato da violenza e radicalizzazione, ma anche molta creatività. Le nuove generazioni infatti si lasciano ispirare dalla liberalizzazione delle frequenze dell’etere per dare il via alla stagione delle radio libere che trasformerà il panorama della comunicazione.

ANNI ’80
VORAGINI E VAMPIRI
L’esplosione del debito pubblico e le innovazioni fiscali
Gli anni Ottanta sono anni di una vertiginosa crescita economica che fa gridare a un nuovo miracolo italiano. È una crescita che però non viene capitalizzata per risolvere problemi annosi della Nazione, mentre un parallelo e massiccio ricorso all’indebitamento pubblico gettano le basi per la crisi che stiamo vivendo. Lo Stato ricorre a nuove forme di prelievo fiscale, è introdotto lo scontrino fiscale. Il Paese si divide.

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