Galapagos 3D: un viaggio attraverso le meraviglie delle Galapagos su Sky3D e Nat Geo Wild HD

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Nella vastità dell’Oceano Pacifico si trova un paradiso unico al mondo, le Galapagos, isole vulcaniche incantate dove la vita si è manifestata, in isolamento dal resto del mondo, con risultati straordinari.

Dopo Nel regno segreto delle piante  e The Penguin King 3D, David Attenborough torna con un nuovo spettacolare documentario per tutta la famiglia. Da domenica 16 giugno alle 20, in prima tv e in contemporanea con Nat Geo Wild HD (canale 409 di Sky), Sky 3D, l’unico canale televisivo in Italia al 100% in 3D, visibile sul canale 150 della piattaforma Sky, trasmetterà in 3 episodiGalapagos 3D. Il naturalista inglese, all’età di 86 anni,  ha intrapreso un viaggio attraverso questo regno selvaggio, misterioso e ricco di meraviglie naturali, per continuare a scoprire i segreti delle creature animali e vegetali che le abitano, gli stessi che già 200 anni fa condussero Charles Darwin a formulare la sua teoria sull’evoluzione delle specie per selezione naturale.

“Solo ora gli ultimi sviluppi della tecnologia delle telecamere ci hanno dato la possibilità di riprendere in 3D l’intera fauna selvatica e il primo luogo nel quale le ho volute testare sono le isole Galapagos, dichiara Attenborough. Le isole sono abitate da animali carismatici che, non avendo paura dell’uomo, possono essere facilmente avvicinati e filmati”.

ED è proprio utilizzando al massimo le tecnologie stereoscopiche di ultima generazione che Attenborough e la sua equipe hanno saputo sfruttare al massimo le meraviglie naturali che si sono rivelate ai loro occhi: dalle iguane, che si sono perfettamente adattate all’oceano e sputano via il sale dal naso, alle tartarughe giganti che si aggirano liberamente all’interno di vasti crateri vulcanici, alla ricchezza di piante straordinarie, di insetti bizzarri e animali unici, alcuni dei quali non sono mai stati filmati prima d’ora.

Tra questi l’iguana rosa – specie in via d’estinzione che ha avuto origine circa 5,7 milioni di anni fa sull’Isola Isabela, la più grande delle Galapagos – lunga tra i 100 e 120 centimetri per un peso di circa 10 chilogrammi. Attenborough è inoltre riuscito a filmare per l’ultima volta Lonesome George, l’ultimo esemplare di tartaruga gigante dell’Isla Pinta, scomparsa nel 2012 all’età di 100 anni.

Nel primo episodio, Originiin onda domenica 16 giugno, si va alla scoperta delle origini e della formazione delle Isole Galapagos, nate dalla violenta attività vulcanica nei fondali marini dell’Oceano Pacifico. Dapprima colonizzate dagli uccelli marini, che portavano con sé semi e spore, le isole hanno velocemente attirato, portati dai venti e dalle correnti oceaniche, organismi da ogni parte del mondo, creando un habitat di flora e fauna esclusivo. Tutte queste creature raccolte nel medesimo luogo rappresentano, per gli studiosi, molto più di una semplice e curiosa rarità, bensì il più grande esperimento naturale del nostro pianeta, un crogiolo evolutivo in cui tutto è possibile.

Immagini mozzafiato di milioni di pinguini, strani uccelli dalle zampe blu, cormorani che non sanno volare dimostrano, una volta di più, che le Galapagos sono un vero paradiso terrestre, terra di magia e di scoperta.

Il secondo e il terzo episodio, Adattamento e Evoluzione, andranno in onda rispettivamente domenica 23 e domenica 20 giugno alle 20.

 

Galapagos – Origini: domenica 16 giugnosu Sky 3D e Nat Geo Wild HD

Galapagos – Adattamento: domenica 23 giugnosu Sky 3D e Nat Geo Wild HD

Galapagos – Evoluzione: domenica 30 giugnosu Sky 3D e Nat Geo Wild HD

 

 

 

SINOSSI DEGLI EPISODI

 

Episodio 1 – Origini

 

In questo episodio David Attenborough indaga l’origine e la formazione delle Galapagos, risultato della violenta ed impetuosa attività vulcanica nel fondale marino del Pacifico. Una volta costituito, l’arcipelago – che è ancora una delle zone vulcanicamente più attive della Terra – fu velocemente colonizzato dai primi arrivi: gli uccelli marini che portavano con sé semi e spore nel tentativo di appigliarsi alle barriere rocciose. Questi furono presto seguiti da ondate di organismi provenienti da tutti gli angoli del Pacifico, portati dai venti e dalle correnti oceaniche. Storie di viaggi pericolosi, compagni improbabili e sopravvivenza. Lungo il suo percorso, Attenborough incontra una selezione bizzarra di flora e di fauna: un pinguino residente all’equatore, un uccello danzante con le zampe blu, cormorani che hanno completamente perso la capacità di volare. L’esperto spiega come il raduno di questa miriade di creature insolite e straordinarie rappresenti più di una semplice e curiosa rarità: tale fenomeno, infatti, può essere considerato anche come il più grande esperimento naturale del nostro pianeta , un crogiolo evolutivo in cui tutto è possibile.

Episodio 2 –  Adattamento

 

Il secondo episodio ci svela le forze che hanno determinato la trasformazione dei nuovi arrivati sulle isole Galapagos. Il motore dell’innovazione è costituito dalle isole stesse, le quali cambiano forma così velocemente da costringere le differenti forme di vita ad adattarsi continuamente e mantenersi al passo.

Le isole giovani e selvagge sono colonizzate da iguane che si evolvono in rettili marini i quali, simili a draghi, si immergono nelle acque dell’oceano e si riconoscono per la particolarità di sputare il sale in eccesso dal naso. I semi dei soffioni, chiamati anche denti di leone, vengono trasportati dal vento e danno vita a piante dalle dimensioni giganti, le scalesie, le quali dominano l’altopiano avvolgendolo di verde. Le grotte sotterranee, invece, diventano calderoni dell’adattamento, in cui insetti e ragni perdono il colore e la vista e assumono sembianze aliene. Le isole più antiche, esposte all’erosione, diventano paradisi idilliaci per i leoni marini e per l’allevamento degli uccelli di mare, tra cui gli albatros.

Attenborough ci rivela come anche i processi che portano alla scomparsa delle isole Galapagos continuino ad influenzare la storia naturale dell’Oceano Pacifico. In particolare ci porta l’esempio del pesce più grande al mondo, lo squalo balena, che utilizza i residui vulcanici sommersi come atlanti stradali durante le sue attraversate epiche del Pacifico.

 

Episodio 3 –  Evoluzione

 

David Attenborough ci rivela l’ultimo elemento che contribuisce al grande esperimento della natura: l’impercettibile deriva di una placca continentale che ha trasformato la rarità evolutiva delle Galapagos in un paradiso biologico. La tettonica a placche ha fatto sì che le Galapagos diventassero un gruppo di piccole isole, portando la vita ad evolversi in isolamento su ciascuna isola. Le singole specie si sarebbero suddivise in tutto l’arcipelago e in questo ultimo episodio Attenborough esplora questo crogiolo evolutivo. Tartarughe giganti, fringuelli succhiasangue in grado di utilizzare arnesi, lucertole che comunicano l’una con l’altra attraverso piegamenti. Ma queste straordinarie creature rappresentano qualcosa di ancor più spettacolare e profondo nel momento in cui Attenborough disfa gli indizi che Charles Darwin evidenziò nella formulazione della sua teoria sull’evoluzione per selezione naturale. Osservando le tartarughe giganti e i fringuelli, Attenborough ricostruisce i passi di Darwin per trovare una giustificazione alla straordinaria diversità delle Galapagos.

Ma alla teoria di Darwin si aggiunge oggi un elemento che influenza negativamente i processi evolutivi delle isole, l’ultimo arrivato alle Galapagos: l’uomo. L’influenza dell’uomo, ci spiega Attenborough, ha rappresentato un’arma a doppio taglio. Se da un lato la presenza umana ha disturbato e influenzato l’equilibrio naturale dell’arcipelago, dall’altro le isole sono state utilizzate come laboratorio naturale finalizzato ad accrescere la nostra comprensione dei meccanismi della natura.

In questo modo oggi siamo in grado di svelare le prove dell’evoluzione più rapidamente di quanto Darwin avrebbe mai potuto immaginare. E siamo riusciti a scoprire nuove specie come l’iguana rosa, protagonista d’eccezione di questo terzo episodio, filmata per la prima volta per il grande pubblico.

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