In onda su Rai4 dal 15 febbraio, alle 20.20, I Soprano (1999-2007) sintetizza e rivisita tre quarti di secolo d’immaginario letterario, cinematografico e televisivo sulla mafia italo-americana, proponendo, al tempo stesso, uno spietato ritratto a tutto tondo della società statunitense contemporanea.
Punto di svolta – assieme alla coeva Sex and the City – nella storia di successo della cable-tv HBO, premiata con cinque Golden Globe e ben ventuno Emmy, la serie – ideata da David Chase – è uno dei simboli della nuova golden age della produzione televisiva americana, un riuscitissimo connubio tra dramma familiare e anti-epica gangster, perfettamente in bilico tra commedia di caratteri e tragicità shakespeariana. Specchio dell’America di fine millennio, in declino e crisi da superconsumo, il protagonista assoluto Tony Soprano (lo straordinario James Gandolfini) è un boss mafioso di media taglia.
In contrasto con lo zio Corrado Junior (Dominic Chianese) per il ruolo di “capofamiglia” del New Jersey, vessato dalla cinica e melodrammatica madre/matriarca Livia (Nancy Marchand), punzecchiato dalla benpensante, ma di fatto connivente, moglie Carmela (Edie Falco), spesso poco rispettato dai figli adolescenti Meadow e Anthony Jr. (Jamie-Lynn Sigler e Robert Iler), Tony sfoga le pressioni cui si sente sottoposto in incontrollati attacchi di panico, che lo portano, in gran segreto, sul lettino della psicoterapeuta Jennifer Melfi (Lorraine Bracco).