Frequenze Tv, le opzioni sul tavolo dopo stop a beauty contest

Il 20 gennaio il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha annunciato la sospensione per 90 giorni della procedura del ‘beauty contest’ per l’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze televisive per il digitale terrestre derivanti dal cosiddetto “dividendo digitale”, ossia dall’esubero di frequenze ottenute grazie al passaggio dalla tecnica analogica a quella digitale.

I partecipanti alla gara sono stati invitati a far pervenire le loro osservazioni entro sessanta giorni.

Il governo ha spiegato di aver messo in discussione la modalità di assegnazione gratuita delle frequenze – “bene scarso e pubblico” secondo la definizione di Monti – assunta dal precedente esecutivo alla luce della crisi economica che sta attraversando l’Italia e dei pesanti sacrifici chiesti ai cittadini per riequilibrare i conti pubblici.

Cosa farà ora il governo è tutto da capire. La strada appare stretta, principalmente per una questione di equilibri politici: il beauty contest, voluto dal governo di Silvio Berlusconi (proprietario di Mediaset ) era stato aspramente criticato dall’opposizione perchè ritenuto “un regalo” agli operatori dominanti, Biscione in primis. Oggi Pd e Pdl si trovano sullo stesso fronte a sostegno di Mario Monti, che non a caso ha recentemente parlato di “maggioranza evanescente”.

Due i punti fermi che il governo non potrà ignorare: l’impegno assunto davanti ai cittadini a non concedere un bene pubblico gratuitamente e la necessità di rispettare i requisiti di pluralismo e trasparenza pretesi dall’Europa.

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