Nasce la Tv di Grillo: si chiamerà La Cosa

Al Forum Ambrosetti tenutosi a Cernobbio nei giorni scorsi,Gianroberto Casaleggio lo ha anticipato chiaramente: servivano nuove modalità di diffusione per le idee del MoVimento 5 Stelle, da lui fondato assieme a Beppe Grillo e in questi anni cresciuto notevolmente all’interno della politica italiana, tanto da arrivare in Parlamento e nelle amministrazioni di alcuni Comuni Italiani. A quanto pare, queste novità sono arrivate: è stata infatti ufficialmente annunciata la nascita della televisione ufficiale del M5S, che riprenderà lo stesso nome della web tv attraverso la quale i sostenitori del movimento seguono le riunioni, le assemblee e gli eventi.

La Cosa, questo il nome della televisione del M5S, sarà visibile a pagamento attraverso un canale digitale terrestre, ricevibile tramite un decoder dedicato che sarà in vendita al prezzo di 60 euro: l’idea, come spiegano direttamente dalla Web Tv del MoVimento, è quella di poter raggiungere anche le persone che non hanno modo o voglia di seguire le dirette via web, preferendo sempre la visione via tubo catodico. Il canale televisivo de La Cosa, quindi, sarà strutturato come una vera e propria televisione a sé stante: avrà infatti un palinsesto specifico che si preoccuperà di coprire integralmente sia il versante istituzionale, con riunioni di palazzo e interventi parlamentari, sia quello più culturale e propagandistico, con gli show di massa, i V-Day e gli interventi appositi di Beppe Grillo, fino ai programmi di intrattenimento e approfondimento culturale, chiamati “Le notti della Costituzione”, con la partecipazione di artisti e volti noti del mondo dello spettacolo.

Il decoder per la ricezione dei programmi televisivi del MoVimento 5 Stelle sarà acquistabile online presso alcuni siti che vendono la Raspberry ma non sono stati ancora pubblicati. La preoccupazione fondamentale, per ora, sarà vedere come i sostenitori e gli attivisti del MoVimento 5 Stelle prenderanno questa “monetizzazione” della propaganda decisa dai capi dell’M5S, quando inizialmente si sbandierava l’assoluta gratuità della divulgazione delle idee e delle notizie sfruttando proprio la libertà di Internet.

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