C’è una certa malinconia nell’apprendere che, dopo tanti anni, Cartoon Network e Boomerang scompariranno dai canali Sky. È un po’ come vedere spegnersi le luci di una stanza in cui si è trascorsa l’infanzia: episodi di Gumball, Teen Titans Go!, i classici Tom & Jerry, le serie del pomeriggio, le maratone nel weekend… Tutto questo dal 1° gennaio 2026 non farà più parte del palinsesto satellitare.
La decisione nasce dalla rottura tra Sky Italia e Warner Bros. Discovery, un rapporto ormai logoro, che nel corso del 2025 aveva già visto l’abbandono di altri canali dello stesso gruppo. Cartoon Network e Boomerang erano rimasti come due “resistenze nostalgiche”, ma neppure loro sono riusciti a salvarsi dal taglio.
Una perdita che pesa, per bambini e genitori
Per molte famiglie questi due canali erano un punto fermo. Le mattine prima di andare a scuola, i cartoni durante i pranzi della domenica, i pomeriggi passati davanti al televisore con fratelli e sorelle… È un tipo di fruizione semplice, immediata, che lo streaming non riesce sempre a sostituire.
La chiusura non riguarda solo contenuti, ma anche abitudini. Per molti bambini la TV lineare rimane un riferimento: accendere il canale, trovare il proprio programma preferito, sentirsi “accompagnati” da un palinsesto che scandisce la giornata. Con l’uscita di scena dei canali Warner, si perde un pezzo di quella routine.
Il contesto industriale: una TV che cambia pelle
La fine di Cartoon Network e Boomerang su Sky non è un fatto isolato: è l’ennesimo segnale di un’industria televisiva che sta cambiando profondamente. Le grandi major, Warner in testa, puntano sempre più sullo streaming.
Mentre Sky, da parte sua, è costretta a ridisegnare il proprio bouquet per contenere i costi e concentrarsi sui contenuti proprietari o su partnership più sostenibili.
Il risultato? Un palinsesto diverso, più snello, ma inevitabilmente meno ricco di canali “storici”.
Il ritorno di Disney Junior: un tentativo di compensare?
Per non lasciare un vuoto totale nell’offerta dedicata ai più piccoli, Sky ha annunciato il ritorno di Disney Junior dal 1° dicembre 2025.
È una mossa importante, ma non risolutiva: Disney Junior parla a un pubblico molto giovane, dai 2 ai 7 anni. Chi è cresciuto con Cartoon Network, invece, sa bene che il target era più ampio, dai bambini fino agli adolescenti.
In altre parole: un tassello utile, ma non una vera “sostituzione”.
E adesso cosa succede?
Molti contenuti che vivevano su Cartoon Network e Boomerang probabilmente troveranno casa su piattaforme streaming — in primis il nuovo servizio MAX, che Warner lancerà anche in Italia.
Gli abbonati Sky, per continuare a seguire quelle serie, dovranno quindi orientarsi altrove.
Questo sancisce, di fatto, un passaggio storico:
l’era dei canali kids sul satellite sta lasciando spazio a un modello centrato sui servizi on demand.
Una chiusura che fa rumore
Che lo si guardi dal punto di vista industriale, affettivo o culturale, l’addio di Cartoon Network e Boomerang non è un semplice “cambio canale”: è la fine di un capitolo importante dell’intrattenimento televisivo, un pezzo di infanzia condivisa da milioni di spettatori.
Un cambiamento che porta con sé emozioni contrastanti: nostalgia, un po’ di dispiacere, ma anche la consapevolezza che la TV sta viaggiando verso un futuro diverso, più frammentato e meno legato al broadcast tradizionale.
