Il Kosovo, un lembo di terra nel cuore dei Balcani, è uno stato a metà. Provato da una dura guerra e autoproclamatosi repubblica nel 2008, ad oggi non è ancora riconosciuto da ben 82 paesi dell’Onu, mentre la Serbia ne rivendica la potestà, considerandolo a tutti gli effetti una sua provincia.
Parte da qui il docufilm NELLA TERRA DEI MERLI: KOSOVO TRA PASSATO E FUTURO, in onda in prima visione assoluta mercoledì 20 aprile alle 21.00 su Sky Cinema Cult HD (canale 314 di Sky) e su Sky TG24 (canale 50 del DTT), un ritratto toccante del Kosovo (che deve il suo nome alla Kosovo Polje, la Piana del Merli, luogo di molti dei fatti storici che hanno segnato queste terre) che parte dal passato per arrivare fino ai nostri giorni: la storia di uno Stato che, tra molte avversità, prova a guardare a un domani ricco di incognite e problematiche complesse.
Prodotto da Good Day Films di Michele Bongiorno, in collaborazione con Sky Cinema e diretto da Andrea Bettinetti, NELLA TERRA DEI MERLI: KOSOVO TRA PASSATO E FUTURO è stato realizzato con il supporto dello Stato Maggiore della Difesa – Ufficio Pubblica Informazione e dello Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione. Il docufilm racconta l’impegno in Kosovo della missione italiana della KFOR, la forza militare Nato – di cui fa parte anche l’Esercito Italiano – responsabile del mantenimento della sicurezza e del ristabilimento della pace dopo la cessazione delle ostilità nel 1999.
Dopo Reduci e Lungo la Blue Line, prodotti sempre da Good Day Films in collaborazione con Sky Cinema, NELLA TERRA DEI MERLI: KOSOVO TRA PASSATO E FUTURO è il nuovo documentario-evento dedicato ai soldati italiani, uomini e donne che, lontano dai riflettori, in Kosovo si impegnano ogni giorno a garantire la sicurezza delle popolazioni serba e albanese, in una situazione sospesa, dove il conflitto etnico cova ancora sotto la cenere, riuscendo a porsi come mediatore imparziale e apprezzato da entrambe le etnie.
Il docufilm è un lungo viaggio attraverso il Kosovo di oggi, in compagnia di tre unità LMT (liaison monitoring team) dell’Esercito Italiano, che si occupano di monitorare le necessità e le esigenze sociali della popolazione in tutto il territorio.
Partendo dal Villaggio Italia, sede del MultiNational Battle Group -West della KFOR, il racconto si dipana per tutto il Paese, per raccontare tutte le sfaccettature e le complessità di quest’area: dall’enclave di Gorazdevac, dove risiede una delle ultime comunità serbe rimaste in Kosovo, alla città divisa di Mitrovica, dove le differenze etniche sono ancora vissute con astio e sospetto. Passando per il monastero Ortodosso di Zociste, ricostruito interamente grazie alla KFOR dopo la sua distruzione, e quello di Decani, ancora sottoposto a difesa armata, dal Palazzo Presidenziale al Memoriale di Prekaz, il docufilm mostra poi l’antica moschea del villaggio di Prekouluka e la Grande Moschea di Pristina, per parlare delle difficoltà che affliggono il paese e del problema scottante dei Foreign Fighters.
Il racconto è arricchito dalle testimonianze di molti personaggi speciali, come il Comandante di KFOR, Generale Guglielmo Luigi Miglietta, la presidentessa uscente del Kosovo Atifefe Jahjaga, ma anche professori universitari di Pristina e Mitrovica, imam, monaci, artisti, studenti e giornalisti, per illustrare il cammino compiuto dal Kosovo e la sua situazione attuale e cercare di immaginare quale sia un futuro possibile per questo Stato.