”E’ una situazione che, tanto per usare un termine diplomatico, sembra quantomeno ”bizzarra’, il Governo annuncia la grande svendita del patrimonio pubblico e la privatizzazione dei beni culturali, della sanita’, etc. ma, nel frattempo, rinnova le concessioni televisive per 20 anni, fino al 2032”. E’ il commento dell’assessore alle infrastrutture tecnologiche della Regione Umbria, Stefano Vinti. ”Sulla Gazzetta Ufficiale del 26 aprile 2012 – afferma in una nota – c’era scritto che ”al fine di assicurare l’uso efficiente e la valorizzazione economica dello spettro radio (…) le frequenze sono assegnate mediante pubblica gara indetta entro 120 giorni dall’entrata in vigore del presente articolo’.
Per volonta’ del Parlamento e con uno straordinario battage informativo, il governo annunciava l’asta pubblica per l’assegnazione delle frequenze televisive e rimuoveva il beauty contest, la distribuzione ai soliti noti (Mediaset, Rai, La7) di sei multiplex, cioe’, pacchetti di frequenze per trasmettere il digitale terrestre”. Per Vonti, pertanto ”il messaggio era chiaro, il bene pubblico frequenze non puo’ essere concesso gratuitamente, tutti devono pagarlo. E il governo calcolava incassi dai 2 ai 4 mld, da distribuire tra le televisioni locali e la banda larga.
Ma i 120 giorni previsti per la pubblicazione del regolamento Agcom (che deve essere stilato dai nuovi commissari nominati ad inizio maggio) sono passati ed ancora non si e’ visto niente. Il Governo preferisce una politica di congelamento della situazione attuale a favore dei grandi gruppi nazionali, penalizzando le televisioni locali e i potenziali editori interessati a fare televisione in Italia. Una vera e propria mazzata all’editoria televisiva regionale, compresa quella umbra. Costretti a convivere con problemi di interferenza con i gruppi nazionali che non potranno essere risolti fino al 2032? – chiede Vinti – Parrebbe proprio di si”’.