Siamo tutti figli di Abrams. Inteso come J.J., il padre di “Lost” e firmatario di “Person of Interest”, la serie che ha anticipato di qualche mese lo scandalo Datagate (o Prism si voglia), il quale non solo non accenna a sgonfiarsi, ma periodicamente fa capolino su giornali, agenzie stampa e social network.
Al via la terza stagione inedita su Italia 1 dal 7 luglio, ogni lunedì in prima serata.
La serie tv racconta di un ipotetico mondo iper-tecnologico in cui viene realizzata una potente macchina in grado di prevenire gli attentati terroristici individuando in anticipo le menti ed evitando così stragi violente come quella dell’11 settembre 2001.
I nuovi episodi della serie mantengono come sfondo socio-culturale il cambiamento dell’America dopo l’attentato delle Torri Gemelle e ancora una volta l’ex agente della Cia John Reese sarà alle prese con nuovi casi, coadiuvato da Harold Finch, mentre emergerà il personaggio di Sarah Shahi, (“The L Word”, “Fairly Legal”), killer occulta dei servizi governativi.
Un motivo in più per non perdersi la serie di J.J. Abrams, che firma da produttore l’idea di Christopher Nolan (“Il Cavaliere Oscuro”, “Memento”) al motto di “con la tecnologia non solo puoi essere rintracciato, ma le tue mosse possono essere anticipate. La cosa che mi piace della serie è che è molto celebrale ma non impenetrabile. È buona televisione”.