Bastano poche parole, in fondo, per raccontare una storia, per spiegare un impegno. Definizioni d’Autore, presentato oggi al Salone del Libro di Torino, e in onda su Sky Arte HD (120 e 400 di Sky) da lunedì 18 maggio a venerdì 22 maggio alle h 21.00, è la produzione originale realizzata da Except in esclusiva per Sky Arte HD e Zanichelli che racchiude le definizioni di Lella Costa della parola Donna, di Carlo Verdone della parla Ironia, di Piergiorgio Odifreddi della parola Numero, di Oliviero Toscani della parola Sguardo e infine di Claudio Magris della parola Frontiera.
Nei diversi episodi, le parole diventano rivelatrici della personalità di ciascun protagonista. Donna, Sguardo, Numero, Ironia e Frontiera sono in fondo brevi racconti che svelano la profondità, la bellezza e il vissuto di alcune parole di uso comune.
Le pillole verranno trasmesse ogni pomeriggio in anteprima sul sito skyarte.it e sulla pagina Facebook ufficiale del canale.
Le Definizioni d’Autore:
Definizione d’Autore – Lella Costa: Donna (18 maggio h 21.00)
Vanta un’etimologia assai nobile e promettente (domina, nientemeno) totalmente mistificata e tradita nel corso dei secoli. Portatrice di vita, un tempo adorata come divinità, grazie a una sistematica quanto accorta operazione di marketing la donna è diventata sinonimo di molte cose, ma mai di essere superiore. Ci è voluto un Concilio per attribuirle un’anima e parecchi altri secoli per concederle il diritto di voto. Sinonimo di danno, spesso associata al demonio e alle costole altrui, gioia mai dissociata dal dolore, mistero senza fine bello, non è abilitata al plurale in presenza anche di un unico maschio. E pensare che il cromosoma Y, quello maschile, sta perdendo i pezzi, mentre il cromosoma X, quello femminile, se si guasta si ripara da solo. Mistero senza fine, appunto.
Definizioni d’Autore – Carlo Verdone: Ironia (19 maggio h 21.00)
L’ironia è una potente e indispensabile medicina per affrontare la vita. Non costa nulla ma è preziosa: è un approccio filosofico alle nostre vicende quotidiane e ridimensiona ciò che è “troppo” con un sorriso, una risata, una considerazione divertente. L’ironia sintomo di grande intelligenza e sensibilità: combatte la presunzione, smaschera la mitomania, esercita effetti benefici, a lungo andare, su chi la subisce. E previene in molti casi un atteggiamento depressivo. L’autoironia rende senz’altro migliore chi è capace di praticarla. Ma attenzione: l’abuso di ironia è sinonimo di noiosa e stancante superficialità. Come tutti i potenti “farmaci”, va usata con estrema misura e tempo teatrale perfetto.
Definizioni d’Autore – Piergiorgio Odifreddi: Numero (20 maggio h 21.00)
Che cos’è il numero, che l’uomo lo può conoscere? E che cos’è l’uomo, che può conoscere il numero?, si domandava Warren McCulloch nel 1960. Alla prima domanda aveva già risposto Pitagora 2500 anni fa: il numero è la misura di tutte le cose, e permette di descrivere quantitativamente la natura. Alla seconda domanda risponde oggi la neurofisiologia, insegnando che il numero è la misura del sistema nervoso. Sia le cose che l’uomo sono dunque radicati nel numero, che costituisce la trama in cui è tessuto l’universo.
Definizioni d’Autore – Oliviero Toscani: Sguardo (21 maggio h 21.00)
Per un fotografo parlare di sguardo è come per un artista parlare di creatività, per un fornaio parlare di farina, per un sacerdote parlare di anima. La religione musulmana crede che la fotografia rubi l’anima. Questa affermazione mi ha sempre incuriosito e affascinato: essendo l’anima immateriale, com’è possibile fotografarla? L’anima si concretizza nello sguardo: per questa ragione guardarsi negli occhi è spesso difficile. Lo sguardo è il certificato di esistenza di chi guarda, non di chi è guardato. Fra tutti i mezzi di comunicazione nessuno è più forte e profondo dello sguardo, perché lo sguardo si stupisce, si commuove, è un giudizio e un esame, ama e odia, è l’espressione della condizione umana ed è, infine, l’immagine della nostra forza e vulnerabilità.
Definizioni d’Autore – Claudio Magris: Frontiera (22 maggio h 21.00)
Quando ero un ragazzino – sono nato nel ’39, a Trieste – la frontiera, vicinissima, divideva in due il mondo. Era la Cortina di Ferro, che vedevo quando andavo a passeggiare sul Carso; una frontiera invalicabile, dietro la quale c’era un mondo inaccessibile; il mondo di Stalin, l’Est, cos ì spesso ignorato e disprezzato. Ma dietro quella frontiera c’era un mondo che conoscevo benissimo, perché aveva fatto parte dell’Italia sino alla fine della guerra. Dietro la frontiera c’era qualcosa insieme di straniero e di mio; capivo che facevo parte anche di quel mondo dietro di essa, che la letteratura è un viaggio fra il noto e l’ignoto e che si è sempre, in qualche modo, anche dall’altra parte.